Comune di Napoli manda lettera di sfratto e l’anziana muore

Il Comune di Napoli ha mandato una lettera di sfratto ad un’anziana disabile residente in un appartamento in via Posillipo 167. La donna non ha retto ed è morta qualche giorno dopo all'ospedale.

Lo stabile in via Posillipo 167Napoli città rifugio”. Questo è quello che ripete ogni volta il sindaco Luigi De Magistris. Peccato che la realtà dei fatti sia diversa da quella narrata dall’ex magistrato. Nei giorni scorsi il Comune di Napoli ha mandato una lettera di sfratto ad un’anziana disabile residente in un appartamento in via Posillipo 167. La donna non ha retto ed è finita all’ospedale a causa di un’infarto. Ieri(5 luglio) l’anziana disabile è morta nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Cardarelli. Una vicenda triste che fa capire che gli slogan di De Magistris sono solo parole al vento. Lo stabile in via Posillipo 167 è molto ambito da qualche “affarista”, visto che l’anziana morta non è la prima che ha ricevuto l’intimo di sfratto. La lettera della Napoli servizi è arrivata anche ad una famiglia con tre bambini affetti da disabilità.

L’anziana disabile morta avrebbe dovuto lasciare l’abitazione entro il 7 luglio 2020. Dieci anni fa il Comune di Napoli ha concesso a 25 euro al mese una serie di appartamenti del patrimonio pubblico, tra cui appunto gli immobili in via Posillipo 167. L’amministrazione comunale aveva dato queste abitazioni a prezzo agevolato in una zona di lusso perché non ne aveva altre nella propria disponibilità. Il contratto stipulato a suo tempo con gli inquilini prevedeva 4 anni  più altri 4 senza possibilità di rinnovo. Il problema è che il Comune di Napoli non ha ancora risolto la carenza di case popolare. Questo significa che l’alternativa per gli “sfrattati“ sarebbe stata la strada. L’avvocato Angelo Pisani, legale dell’anziana morta, ha dichiarato: “Il Comune di Napoli non ha fatto la disdetta del contratto 6 mesi prima della scadenza di settembre 2019, pertanto il contratto si è rinnovato tacitamente. Certo, questo non è un contratto normale, ma è per persone meno abbienti, ma comunque dovevano disdirlo. La casa peraltro fu consegnata alla signora anche con un anno di ritardo”.

Gli inquilini erano disposti a pagare un canone più alto per restare nell’appartamento di via Posillipo 167, ma il Comune di Napoli non ha voluto sentire ragioni. Mandare una lettera di sfratto a persone disabili senza mettere a disposizione una nuova abitazione è da criminali. Il giornalista Antonio Folle su “Il Mattino” scrive: “Una vicenda che fa gridare allo scandalo soprattutto se si considera che un emendamento al Decreto Rilancio posticipa al 31 dicembre 2020 le sentenze di sfratto per gli immobili ad uso abitativo e ad uso non abitativo”. Perché il Comune di Napoli aveva tanto fretta a sfrattare queste persone? Probabilmente l’amministrazione comunale ha intenzione di vendere a qualche “amico” lo stabile in via Posillipo 167 per fare cassa. E meno male che De Magistris e company erano quelli che volevano “salvare vite umane” nel mar Mediterraneo. La gestione delle politiche sociali nella terza città d’Italia meriterebbe sensibilità differente, capace di intercettare il bisogno e di sostenerlo.

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