Whirlpool Napoli chiude il 31 ottobre 2020

Il tavolo al Mise si è concluso con un nulla di fatto. Whirlpool comunica che lo stabilimento di Napoli chiuderà il 22 ottobre 2020. La multinazionale vuole spostare la produzione in Polonia e in Cina.

La protesta dei lavoratori Whirpool NapoliA Napoli si apre nuovamente la vertenza dei lavoratori Whirlpool EMEA. La multinazionale ha confermato che il 31 ottobre 2020 cesserà la produzione nel sito di Napoli. Il tavolo convocato dal Mise con Whirlpool, Ivitalia, sindacati e Regione Campania si è concluso con un nulla di fatto. La multinazionale ha già comunicato la decisione ai fornitori. Il tavolo Whirlpool EMEA dura da più di un anno. Il governo non è una banca, non deve distribuire denaro in assenza di politiche industriali.

La chiusura dello stabilimento in via Argine è una cosa gravissima. La città di Napoli non può permettersi la perdita di altri posti di lavoro, non può farlo dopo che Whirlpool aveva sottoscritto l’accordo al Mise nel ottobre 2018. Gli operai sono sul piede di guerra: “Vogliamo il rispetto degli accordi e dei lavoratori non accettiamo riconversioni fantoccio che consentirà comunque a Whirlpool, quando vuole, di poter andare via. Bisogna difendere i diritti dei lavoratori e dell’Italia e non permettere che le multinazionali decidano il bello ed il brutto nel nostro Paese”. Torna nuovamente l’ipotesi della cessione del ramo d’azienda. Cosa significa? L’attività del sito passerebbe ad una società terza in grado di garantire la continuità industriale. Questo solo sulla carta. Il passato insegna che la cessione del ramo d’azienda significa quasi sempre chiusura dello stabilimento dopo pochi mesi e operai senza lavoro. Il sito di Napoli fu costruito dalla Ignis nel 1957. Dopo il passaggio alla Philips nel 1972 è finito alla Whirlpool all’inizio degli anni ‘90. Dopo un anno di scioperi e presidi per impedire che i macchinari fossero smontati e portati via dalla stabilimento, sembra ormai che il destino è segnato. L’intenzione della multinazionale è quella di spostare la produzione in Polonia e in Cina.

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