La deputata furbetta del bonus

La leghista Elena Murelli è la deputata furbetta del bonus riservato ai lavoratori autonomi e alle partite IVA in difficoltà. Insieme a lei ci sono altri 4 deputati e 2.000 persone tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci

Elena MurelliLa donna che vedete nella foto è Elena Murelli, una deputata della Lega di Matteo Salvini. Alla tizia non bastano i 13 mila euro al mese che prende ogni mese e così ha fatto la domanda per avere i 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle partite IVA in difficoltà. La leghista Murelli è una furbetta del bonus. Insieme a lei ci sono altri 4 deputati e 2.000 persone  tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci che hanno ricevuto i 600 euro. Quasi tutti si sono giustificati dicendo che hanno ricevuto il bonus a loro insaputa. Stranamente nessun cittadino normale riceve sodi a propria insaputa.

Ma torniamo alla leghista. La Murelli si è fatta notare non solo per la foto mal riuscita e il “casobonus, ma anche per ciò che dichiarò lo scorso 23 luglio, in occasione della votazione sull’istituzione della giornata della memoria delle vittime del Covid-19. La deputata furbetta del bonus ebbe il coraggio di dire che il governo “pur di mantenere le poltrone importava il coronavirus”. Frase di una gravità vomitevole. Poco prima, quello stesso giorno, la Murelli aveva esordito così alla Camera: “Ancora piangiamo i nostri morti, ci siamo chiusi in casa tre mesi e abbiamo accettato l’elemosina dei 600 euro”. Nel 2019 la leghista ha dichiarato 106.309 euro, ma evidentemente i 600 euro di elemosina non gli facevano schifo quando li ha richiesti. Questo è uno schiaffo a tutte quelle persone che stanno ancora attendono la cassa integrazione. Ricordiamo che i cinque deputati non hanno preso il bonus in modo illecito. A differenza dei sussidi dati ai poveri, nel caso del bonus 600 euro non è previsto nessun paletto per ricevere i soldi. I poveracci sono costretti a fare reddito ISEE e altre seccature per poter ricevere reddito di cittadinanza e altre forme di sostegno. Nel caso del bonus 600 euro bastava il numero della partita IVA, il codice fiscale, la scelta della propria posizione professionale e fiscale. Nessuna mail di conferma, i soldi arrivavano direttamente nel conto corrente. Quindi la responsabilità è anche del governo che ha fatto una norma alla cazzo di cane. Resta il fatto che la Murelli e gli altri 4 deputati hanno fatto una cosa indegna. Non basta la sospensione dai loro partiti, questi devono dimettersi.

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