Ecomostro di Saline Joniche
L’Italia è il Paese delle opere inutili e dello sperpero di soldi pubblici. A Saline Joniche c’è un ecomostro dal 1974, anno in cui fu inaugurata la Liquichimica Biosintesi. Il complesso industriale fu costruito in un’area di 700 mila metri quadri dove sorgeva una salina in disuso. L’ecomostro sorge a ridosso della Strada Statale Jonica 106 a Saline Joniche, frazione costiera del comune di Montebello Jonico nella città metropolitana di Reggio Calabria.
Per la realizzazione del complesso industriale fu sventrato un pezzo di costa di 2.000 metri. La Liquichimica Biosintesi doveva produrre bioproteine, ovvero proteine ottenute da colture di microrganismi su derivati del petrolio. Le bioproteine dovevano essere utilizzate come mangimi per gli allevamenti di bestiame. L’impianto fu chiuso dopo soli due mesi di attività e i 750 dipendenti finirono in cassa integrazione. Il motivo? I mangimi prodotti erano cancerogeni. L’ecomostro della Liquichimica Biosintesi è una cattedrale nel deserto realizzata con i fondi stanziati con il pacchetto Colombo. A Reggio Calabria e provincia arrivarono 1.300 miliardi di lire per lo sviluppo. Una parte di questi furono buttati per l’ecomostro di Saline Joniche. Con i soldi del pacchetto Colombo fu realizzato anche l’ecomostro di Lamezia Terme. L’area della Liquichimica Biosintesi fu messa all’asta ed acquistata dalla SIPI nel 2000. Il consorzio di privati avviò un programma di recupero e rottamazione del ferro e dell’acciaio dell’impianto, ma senza garantire una completa riqualificazione.
Nel 2006 l’area fu acquistata dalla Immobiliare Saline S.r.l., società del gruppo industriale svizzero Repower. I nuovi proprietari volevano realizzare una centrale a carbone, ma il progetto naufragò per le proteste dei cittadini. 47 anni dopo la Liquichimica Biosintesi continua ad essere una bomba ecologica: una perizia tecnica del 2019 ha evidenziato la presenza di numerosi inquinanti. A meno di un chilometro dall’ecomostro di Saline Joniche sorge l’Officina Grandi Riparazioni, uno stabilimento di manutenzione dei veicoli ferroviari. Anche quest’opera fu realizzata grazie ai soldi pubblici arrivati in Calabria negli anni ‘70. L’Officina Grandi Riparazioni fu inaugurata nel 1989 e doveva servire per la manutenzione delle locomotive elettriche, nonostante la linea non risultasse allora elettrificata. Dopo 12 anni di attività l’impianto fu soppresso nel 2001. L’area è di proprietà delle Ferrovie dello Stato. Oggi l’impianto versa in uno stato di degrado nonostante sia ancora strutturalmente buono.
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