La riforma fiscale del governo Draghi

La riforma fiscale del governo Draghi prevede 4 aliquote IRPEF. Favoriti i redditi medi ed anche quelli con un alto imponibile.

Mario DraghiIl governo Draghi ha stanziato 8 miliardi di euro per la riforma fiscale. Degli 8 miliardi previsti 7 verrebbero utilizzati sull’IRPEF e uno sull’IRAP per autonomi e persone fisiche. Le aliquote IRPEF diventano quattro: 23%, 25%, 35% e 43%. Si ricorderà che la riforma fiscale entrata in vigore nel 1974 prevedeva un sistema tributario di 32 aliquote dal 10% al 72%.

La no tax area arriva fino a 10 mila euro e ci sarà una revisione delle detrazioni per inglobare il bonus da 100 euro. La fascia più bassa, fino a 15 mila euro di redditi, rimane invariata al 23%, quella da 15 a 28 mila scende al 25%(-2%), quella da 28 a 50 mila euro scende al 35%(-3%), mentre oltre i 55 mila si passa direttamente all’aliquota del 43%. Il famoso salto dalla seconda alla terza aliquota che prima era di 11 punti verrebbe solo ritoccato portandolo a 10. La riforma fiscale del governo Draghi favorisce i redditi medi ed anche quelli con un alto imponibile. Forse sarebbe stato meglio abbassare di un punto l’aliquota più bassa e portare al 36% quella da 28 a 50 mila euro. Un miliardo se ne va per la riduzione dell’IRAP, una tassa che svolge un ruolo fondamentale nel finanziamento del sistema sanitario nazionale. Bankitalia teme che la riforma fiscale favorisca eccessivamente i redditi diversi da quelli da lavoro dipendente. Non condivido l’impostazione di questa riforma fiscale. Le percentuali di tassazione dovrebbero essere spostate dalle imposte indirette(quelle che colpiscono i consumi) a quelle dirette(rendite e patrimoni). Ma si sa, in Italia nessuno osa toccare le caste. Le prime simulazioni degli esperti parlano di un risparmio fiscale tra i 100 e i 920 euro per i redditi da 20 a 50 mila euro

Commenti