Manfredi pronto a lasciare

Gaetano Manfredi è pronto a lasciare la carica di sindaco. Da Roma non arrivano le risorse per salvare il Comune di Napoli.

Gaetano ManfrediGaetano Manfredi è pronto a lasciare la carica di sindaco di Napoli. Da Roma non è arrivato un euro per salvare il Comune. Il Patto per Napoli promesso in campagna elettorale è già svanito. Una norma dal governo Draghi sarebbe importante per arginare l’impatto del debito da 2,7 miliardi di euro sul bilancio che paralizza la spesa corrente ovvero l’impossibilità di fornire servizi alla cittadinanza. Un problema noto da anni.

I cittadini napoletani vivono da un decennio in una situazione di dissesto: Tasse al massimo e servizi al minimo. Il sindaco Manfredi ha scritto un post strappalacrime su Facebook: “Napoli può risollevarsi sul serio: ora o mai più. Ma questo processo deve essere accompagnato dal governo con un forte intervento nella Finanziaria. La zavorra dei vincoli e del debito che derivano dal passato, uniti a un Palazzo quasi desertificato, ci impedisce qualunque movimento. Non avere alcuna agibilità sul Bilancio significa impattare enormemente sulla qualità di vita dei cittadini”. Sembra quasi simile ai tanti piagnistei fatti da Luigi De Magistris nel corso degli ultimi 5 anni. Una domanda sorge spontanea: Manfredi non sapeva che il Comune di Napoli era in predissesto? L’ex ministro sembra quasi sceso sulla Terra da un altro pianeta. Ieri(3 novembre) l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta è stato di nuovo spedito a Roma per avere il Salva Napoli. Il grande paradosso è che questa paralisi si manifesta proprio quando c’è una pioggia di miliardi arrivati in Italia con il PNRR. Soldi che rischiano di non arrivare sui territori e di non essere spesi. “Una Napoli che fallisce non è nell’interesse di nessuno. Dunque, sono fiducioso e sereno, qui sono in gioco non solo Napoli, ma la città Metropolitana e il sistema-Italia”. Si conclude così il post scritto dal sindaco Manfredi.

Il debito del Comune di Napoli

Il Comune di Napoli ha un debito di circa 2,7 miliardi di euro, cresciuto a dismisura soprattutto negli ultimi 10 anni. Nel 2011 il disavanzo era di “appena” 800 milioni di euro. C’è da dire che nello stesso arco di tempo sono arrivati tagli per 1,5 miliardi di euro. Alcuni debiti del Comune di Napoli risalgono al terremoto del 1980 e all’emergenza rifiuti di 15 anni fa. Il Patto per Napoli promesso in campagna elettorale prevedeva un prestito da restituire con l’istituzione di addizionali commissariali che andrebbero a gravare sulle imposte come l’IRPEF e su altri tributi locali. Subirebbero un aumento anche i diritti di imbarco all’aeroporto di Capodichino e al Porto di Napoli. Tutto questo per continuare ad avere nessun servizio in cambio. Il Comune di Napoli si salva solo con il dissesto finanziario. Per i cittadini non cambierebbe niente, le tasse già sono al massimo, i servizi sono già da terzo mondo e possono solo migliorare.

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