De Girolamo vuole deportazione dei meridionali

Ennesima perla di Nunzia De Girolamo a "Piazza Pulita". La donna di Benevento vuole la deportazione dei meridionali nel Nord Italia.

Giuseppe Conte e Nunzia De GirolamoNella puntata di “Piazza Pulita” del 22 settembre 2022 era ospite Giuseppe Conte. L’ex premier ha dovuto controbattere alle domande degli ospiti in studio, tra cui Nunzia De Girolamo. L’ex parlamentare crede di essere una giornalista, ma è una semplice conduttrice di un programma inutile sulla Rai. La De Girolamo vuole la deportazione dei meridionali nel Nord Italia.

La donna del Sud afferma che il Reddito di cittadinanza ha messo in difficoltà le imprese del Nord. La De Girolamo ha dichiarato: “1,6 milioni di percettori del Reddito di cittadinanza è al Sud. Il Nord l’accusa di aver sottratto forza lavoro alle imprese”. Capito? L’ex parlamentare vuole la deportazione dei meridionali nel settentrione. Questa è l’ennesima “perla” della De Girolamo, dopo quella sulle donne di Scampia che venderebbero l’utero. Conte ha risposto che il vero problema è la precarietà e gli stipendi da fame che offrono le imprese. Tutti lo sanno, tranne gli altolocati che vanno in TV. La De Girolamo è una donna del Sud favorevole alla deportazione dei meridionali nel settentrione. Deve passare il messaggio che il mezzogiorno non è una colonia del Nord. Il Sud ha bisogno di investimenti, non di essere derubato della sua forza lavoro. Le imprese del Nord non trovano personale? Si spostino nel Mezzogiorno. Deve finire la deportazione dei meridionali. La De Girolamo dovrebbe smetterla di spacciarsi per giornalista.

Idoneo al lavoro solo un terzo dei percettori del Reddito di cittadinanza

Il Reddito di cittadinanza viene elargito a circa 2,6 milioni di persone in Italia. Di questi solo un terzo dei percettori è idoneo al lavoro. Gli altri due terzi sono pensionati, minori e persone con disabilità. C’è da aggiungere sugli idonei al lavoro, che circa il 45,8% dei percettori risultano occupati(552.666 standard e 279.290 precari) con impieghi tali da non consentir loro di emergere dal disagio e da costringerli a ricorrere al Reddito di cittadinanza per la sussistenza. Parliamo quasi un beneficiario su due. È quello che si evince dal policy brief dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche(INAPP) pubblicato lo scorso febbraio. Il problema non è il Reddito di cittadinanza, ma il sistema lavoro privato e i centri per l’impiego che non funzionano. In Italia si è andato avanti in modo illegale in alcuni settori lavorativi, con gli organi competenti che chiudevano entrambi gli occhi su un sistema marcio e schiavista. In molte zone del Paese, soprattutto al Sud, le offerte di lavoro sono con paghe al ribasso o integrate con il nero. I percettori del Reddito di cittadinanza prendono in media 500 euro al mese. In alcuni casi i beneficiari possono essere utilizzati per progetti di pubblica utilità(PUC), ma i Comuni continuano a non fare nulla per usufruire di queste “risorse”.

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