25% dipendenti al Sud sotto 9 euro ora

Nel Mezzogiorno i lavoratori sotto i 9 euro sono circa un milione, pari al 25% del totale dei lavoratori dipendenti. Lo dice il rapporto Svimez 2023.

25% dipendenti al Sud sotto 9 euro oraUn nuovo rapporto Svimez 2023 ha rivelato che il 25% dei dipendenti al Sud guadagna meno di 9 euro all’ora. Questo è il doppio della media nazionale, che è del 12,5%. Il rapporto ha rilevato che la situazione è particolarmente grave in Campania, dove il 30% dei dipendenti guadagna meno di 9 euro all’ora. Seguono Puglia (29%), Sicilia (27%) e Calabria (26%).

Le regioni del Nord, invece, hanno una situazione migliore. In Lombardia, il 10% dei dipendenti guadagna meno di 9 euro all’ora. Seguono Emilia-Romagna (11%), Veneto (11%) e Toscana (12%). Il rapporto Svimez 2023 ha rilevato che la bassa retribuzione è uno dei principali problemi dell’economia meridionale. È una delle cause della povertà e della disoccupazione, e ostacola la crescita economica. In Italia risultano circa 3 milioni di lavoratori sotto i 9 euro all’ora, pari al 17,2% del totale dei lavoratori dipendenti. Nel Mezzogiorno i lavoratori sotto i 9 euro sono circa un milione (il 25% del totale dei lavoratori dipendenti); al Centro-Nord gli altri 2 milioni (il 15,9% degli occupati dipendenti). Dai dati è esclusa la Pubblica Amministrazione. La bassa retribuzione ha un impatto negativo su molti aspetti della vita del 25% dei lavoratori del Sud sottopagati. In particolare, la bassa retribuzione:

  • Porta alla povertà e alla disoccupazione.
  • Limita la possibilità di accedere a servizi essenziali, come l’istruzione e la salute.
  • Ha un impatto negativo sulla salute fisica e mentale dei lavoratori.
  • Indebolisce la famiglia e la società.

Salario minimo in Italia

Il salario minimo in Italia è stato discusso per molti anni, ma finora non è stato introdotto. Uno dei principali argomenti a favore dell’introduzione di un salario minimo è che aiuterebbe a ridurre la povertà. Un altro argomento a favore dell’introduzione di un salario minimo è che aiuterebbe a migliorare la produttività. Quando i lavoratori sono pagati di più, sono più motivati a lavorare e a dare il massimo. Questo può portare a un aumento della produttività, che è vantaggioso per le aziende e per l’economia nel suo complesso. Tuttavia, ci sono anche alcuni argomenti contro l’introduzione di un salario minimo.

Uno degli argomenti principali è che potrebbe portare a una perdita di posti di lavoro. Se i datori di lavoro sono costretti a pagare i lavoratori più di quanto sono disposti a pagare, potrebbero decidere di licenziare alcuni dipendenti o di trasferire la produzione in altri paesi dove i salari sono più bassi. Un altro argomento contro l’introduzione di un salario minimo è che potrebbe portare a un aumento dell’inflazione. Se i lavoratori ricevono più soldi, potrebbero spenderli per acquistare beni e servizi, e questo potrebbe portare a un aumento dei prezzi. In definitiva, la decisione di introdurre o meno un salario minimo è complessa e non esiste una risposta facile. Nel frattempo, i lavoratori del Sud continueranno a subire la piaga della bassa retribuzione.

Salario minimo in Unione Europea

Il salario minimo è presente in 22 dei 27 Stati membri dell’Unione Europea. Il salario minimo nazionale varia notevolmente da paese a paese. Il salario minimo più alto è in Lussemburgo, dove è di 2.256,95 euro al mese. Il salario minimo più basso è in Bulgaria, dove è di 332,34 euro al mese. Il 25% dei dipendenti al Sud dell’Italia guadagna meno di 9 euro all’ora. La bassa retribuzione è un problema serio che deve essere affrontato. Il governo italiano deve introdurre un salario minimo che garantisca a tutti i lavoratori una retribuzione dignitosa. I Paesi membri che non hanno un salario minimo nazionale sono:

  • Cipro
  • Danimarca
  • Finlandia
  • Italia
  • Lussemburgo
  • Malta
  • Svezia

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