Salari inferiori alla media UE di 3.700 euro

La crescita totale delle retribuzioni lorde annue per dipendente in Italia è stata inferiore del 12% rispetto alla media UE. Lo rivela l’Istat.

LavoratoriL’Italia è un paese in cui la povertà si trasmette di generazione in generazione e in cui le retribuzioni dei lavoratori sono cresciute meno della media europea negli ultimi dieci anni. Questo è il quadro che emerge dal rapporto annuale 2023 dell’Istat, presentato il 7 luglio 2023 a Palazzo Montecitorio.

Secondo i dati dell’Istat, tra il 2013 e il 2022, la crescita totale delle retribuzioni lorde annue per dipendente in Italia è stata del 12%, circa la metà della media europea (+24%). Gli italiani guadagnano circa 3.700 euro meno rispetto alla media degli europei. Il potere di acquisto delle retribuzioni, negli stessi anni, è sceso del 2% (+2,5% negli altri paesi). Questo significa che i lavoratori italiani hanno perso capacità di acquisto dei beni e dei servizi rispetto ai loro colleghi europei. L’Istat sottolinea anche le differenze territoriali e settoriali nella dinamica delle retribuzioni. Le regioni del Nord hanno avuto una crescita superiore a quelle del Centro e del Sud, mentre i settori più dinamici sono stati quelli dei servizi avanzati, dell’industria ad alta tecnologia e della sanità. Sempre nel confronto con i Paesi UE, la trappola della povertà è più presente. Sono a rischio un terzo dei 25-49enni provenienti da genitori che quando avevano 14 anni versavano in cattive condizioni finanziarie.

In difficoltà un ragazzo su 5

Ai livelli più bassi d’Europa gli indicatori del benessere dei giovani in Italia. Quasi un ragazzo su due tra 18 e 34 anni ha almeno un segnale di deprivazione (4.870.000). Istruzione e lavoro i nodi di maggiore difficoltà. Quasi un quinto dei 15-29enni non studia, non lavora e non è inserito nei Neet, percorsi di formazione (media di oltre 7 punti più alta della media UE). E cresce il numero degli ultracentenari che a gennaio 2023 sfiorava la soglia di 22.000 (+2.000 sul 2022). Per la grande maggioranza sono di sesso femminile.

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