322 omicidi in Italia nel 2022
In Italia nel 2022 sono stati commessi 322 omicidi, il 6,2% in più rispetto all’anno precedente. Le vittime sono 126 donne e 196 uomini. È quello che emerge dal rapporto “Le vittime di omicidio – Anno 2022” pubblicato dall’Istat. Il tasso di omicidi in Italia per 100 mila abitanti è di 0,55, ancora tra i più bassi dell’Unione Europea. Lussemburgo, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovenia e Malta hanno una cifra più bassa del nostro Paese.
Per i maschi il rischio maggiore di essere una vittima coincide con le età giovanili (18-24 e 25-34) o appena mature (35-44), mentre il rischio per le donne continua a crescere al progredire dell’età ed è massimo per le fasce più anziane. Il 77,6% delle vittime sono italiani, il 22,4% sono stranieri. Il dato più preoccupante è l’aumento degli omicidi di donne, che sono passati da 119 nel 2021 a 126 nel 2022. Il 92,7% di questi omicidi è stato commesso da uomini. I femminicidi sono stati 106 nel 2022. Il dato è in linea con quanto rilevato negli ultimi tre anni. Il 93,9% delle donne sono state uccise da italiani. Sono 61 le donne uccise da un partner o un ex partner, tutti di sesso maschile. 43 donne sono state uccise da un altro parente. L’aumento degli omicidi in Italia è un fenomeno preoccupante, che richiede un’azione decisa da parte delle istituzioni. È necessario investire nella prevenzione e nella lotta alla violenza contro le donne, nonché nella repressione della criminalità organizzata.
I moventi per omicidi
Nel 2022 “liti, futili motivi, rancori personali” sono il primo movente per omicidio (45,3%), il valore più rilevante per le vittime di ambo i sessi (53,1% per gli uomini e 33,3% per le donne). Seguono i “motivi economici” (inclusi gli omicidi a scopo di rapina), che costituiscono il 14% del totale, con un peso decisamente maggiore tra le vittime maschili rispetto a quelle femminili (17,9% degli omicidi di maschi e 7,9% di quelli di donne). Viene attribuito a uno stato di “follia” dell’autore una parte non indifferente degli omicidi (11,2% in totale), con un peso molto più rilevante nel caso di vittime donne (18,3% contro 6,6%), e lo stesso succede quando il motivo è quello “passionale” (16,7% contro 4,6% per le vittime di sesso maschile). Nel 4,3% dei casi il motivo addotto dall’omicida è quello di voler interrompere una grave malattia della vittima. Questo è avvenuto solo nei confronti di donne, in massima parte di età molto avanzata (in 14 dei 126 omicidi di donne, pari all’11,1% del totale). Nel rimanente 15,8% dei casi (17,9% per i maschi e 12,7% delle femmine) il movente è rimasto indeterminato.
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