Tetto stipendi PA: la Consulta boccia il limite dei 240 mila euro

La Corte costituzionale annulla il tetto ai salari pubblici: serve un nuovo parametro legale e proporzionato. Verso ricalcoli e nuovo dibattito.

Consulta boccia il limite dei 240 mila euro

La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma che imponeva un tetto retributivo lordo annuo di 240.000 euro per i dipendenti pubblici. La decisione determina il ritorno, almeno temporaneo, al precedente riferimento: il trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione.

La Consulta ha precisato che l’introduzione di un limite alle retribuzioni nel pubblico impiego non è di per sé incostituzionale. Ciò che risulta in contrasto con i principi costituzionali è la modalità con cui il tetto era stato definito, ritenuta non conforme al principio di legalità e alla necessaria proporzionalità delle retribuzioni rispetto alle funzioni svolte. La Corte ha quindi indicato la strada per una corretta determinazione del limite: sarà necessario un decreto del presidente del Consiglio dei ministri per fissare un nuovo parametro, che rispetti criteri di ragionevolezza, trasparenza e coerenza con l’ordinamento. La pronuncia apre ora a possibili ricalcoli per le fasce apicali della dirigenza pubblica e accende il dibattito politico su una materia da sempre al centro delle polemiche tra esigenze di contenimento della spesa e tutela della professionalità nella pubblica amministrazione.

Commenti