Il governo vuole imporre il nucleare alla Campania, alla Puglia e alla Basilicata

Claudio Scajola Il ritorno al nucleare sta creando tante polemiche in Italia. Nei mesi scorsi Puglia, Campania e Basilicata hanno scritto un provvedimento ad hoc che vietava la costruzione delle centrali nucleari sul proprio territorio. Oggi(4 febbraio), il governo ha deciso di impugnare di fronte alla Corte Costituzionale queste tre leggi regionali. La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dello Sviluppo Claudio Scajola.

Il ministro ha dichiarato “L'impugnativa delle tre leggi è necessaria per questioni di diritto e di merito. In punto di diritto le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato(produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l'esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell'ambiente della sicurezza interna e della concorrenza(art. 117 comma 2 della Costituzione). Non impugnare le tre leggi avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione d'infrastrutture necessarie per il Paese. Nel merito il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell'energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra  secondo gli impegni presi in ambito europeo".

Non c’è che dire, il ministro è un ottimo venditore. Scajola sta plagiando gli italiani con la storia che l’energia prodotta dalle centrali nucleari costerà di meno. Sappiamo benissimo che non sarà così, perché il prezzo della bolletta energetica salirà alle stelle.

Le centrali nucleari ha bisogno dell’uranio per produrre energia. Il prezzo dell’uranio è in costante crescita da diversi anni. Nel 2001 una libbra di uranio costava 5 dollari, mentre a gennaio 2009 il costo era di 50 dollari. Ne vale la pena?

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