23 gennaio 1996: La tragedia del quadrivio di Secondigliano

Il 23 gennaio 1996 uno smottamento creò un buco largo 40 metri che inghiottì macchine, persone e un’ala della palazzina del Bar California.

Le foto delle 8 vittme della tragedia del quadrivio di SecondiglianoIl 23 gennaio 1996 era un giorno come gli altri finché non accadde qualcosa di tragico. Mi ricordo tutto. Dopo aver fatto i compiti, il sottoscritto stava guardando un film di Totò su una rete privata. Alle 16:20 va via la corrente e quasi contemporaneamente si sentono tre forti boati. Vado alla finestra e noto in lontananza delle fiamme che sovrastano i palazzi. Pochi minuti ed è il caos.

Le prime voci sono confuse. C’è chi dice che è crollata una scuola, altri parlano di una bomba. Dopo circa mezz’ora spunta fuori la voce di una fuga di gas sotto il quadrivio di Secondigliano(o Arzano). Con un amico mi reco ad un centinaio di metri dal luogo dell’incendio. La scena è apocalittica. Uno smottamento ha creato un buco largo 40 metri che ha “inghiottito” macchine, persone e un’ala della palazzina del “Bar California”. L’implosione innesca un violento incendio causato dallo scoppio del metano fuoriuscito dalle tubazioni che corrono sotto l’asfalto. E’ una tragedia. Michele Sparaco, Alfonso Scala, Mario De Girolamo, Giuseppe Petrellese, Gennaro De Luca, Emilia Laudati, Francesco Russo, Pasquale Silvestro, Ciro Vastarella, Serena De Santis e Stefania Bellone sono le 11 persone che hanno perso la vita in quella tragedia.

La De Santis aveva solo 12 anni, mentre il corpo della Bellone non è stato mai ritrovato. Sparaco, Scala, De Girolamo, Petrellese e De Luca erano gli operai della ditta “Scarl Arzano” che stavano lavorando nel sottosuolo al momento del crollo. Due loro colleghi riuscirono a mettersi in salvo scappando in tempo dal tunnel. Ogni anno, il 23 gennaio alle ore 16.20 la gente di Secondigliano scende in strada per una fiaccolata. Quest’anno ricorreva il 15esimo anniversario della tragedia. Il Comune di Napoli e la VII Municipalità hanno voluto ricordare le vittime con una breve e sobria cerimonia sul luogo del disastro. A 15 anni di distanza i familiari delle vittime non sanno darsi pace. Biagio Russo, figlio di una delle vittime, ha dichiarato “Non può esserci pace senza giustizia per una tragedia in cui sono morte 11 persone sono stati condannati solo in due”. Ad oggi, le famiglie delle vittime non hanno ricevuto nessun risarcimento, perché la “Arzano Scal” e la “Sogem”, le due società condannate a pagare, nel frattempo sono fallite.

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