DDL Stabilità: Dal 2026 in pensione a 67 anni

MaxiemendamentoProcedura parlamentare lampo per approvare il disegno di legge di stabilità finanziaria. Venerdì mattina il provvedimento sarà votato dal Senato e sabato pomeriggio dalla Camera. Lo hanno deciso le conferenze dei capigruppo di Palazzo Madama e di Montecitorio. Le opposizioni si sono dette pronte a varare rapidamente il provvedimento del governo.

In serata Giulio Tremonti ha illustrato alla Commissione Bilancio del Senato il maxi-emendamento alla legge di stabilità. Dal 2026 si andrà in pensione solamente dopo aver compiuto 67 anni. Riforma delle professioni: sì a liberalizzazioni alla concorrenza e abolizione per le tariffe minime. Via libera alle dismissioni di beni immobili dell’Erario attraverso il conferimento o il trasferimento degli stessi a uno o più fondi comuni di investimento immobiliare o a una o più società. Se gli enti locali non procederanno alle liberalizzazioni dei servizi pubblici, il governo potrà esercitare con un potere sostitutivo.

Mobilità per gli statali in esubero. E, per coloro che non vengono ricollocati, un’indennità pari all’80% dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale con esclusione per qualsiasi altro emolumento retributivo per la durata massima di due anni. Dopo scatta il licenziamento. Dal gennaio 2012 per i contratti di apprendistato stipulati entro il 31 dicembre 2016 viene riconosciuto ai datori di lavori con aziende fino a un massimo di 9 lavoratori uno sgravio contributivo del 100% per i periodi contributivi maturati nei primi tre anni di contratto. Resta fermo il livello di aliquota del 10 per cento per gli anni successivi. Arriva il contratto di inserimento per le donne nelle aree territoriali in cui è più accentuata la differenza di genere nel tasso di disoccupazione. Più facile il ricorso al contratto di lavoro part time con l'utilizzo delle clausole flessibili ed elastiche, che potranno nuovamente essere liberamente stabilite dalle parti individuali, nel rispetto di quanto eventualmente stabilito dalla contrattazione collettiva.

A sorpresa il governo decide di ridurre i tagli all’editoria. Inizialmente erano previsti tagli di 69,8 milioni di euro nel 2012, 58,06 milioni di euro nel 2013 e 46,14 milioni di euro nel 2014. Il maxi-emendamento prevede una riduzione dei tagli rispettivamente di 19,55 milioni di euro, 16,25 milioni di euro e 12,90 milioni di euro. Facendo un rapido calcolo i tagli all’editoria sono di 50,25 milioni di euro nel 2012, 41,81 milioni di euro nel 2013 e 33,24 milioni di euro nel 2014. Il maxiemendamento prevede nuovi aumenti nel 2012 delle accise sulla benzina e sul gasolio con le aliquote che sono rispettivamente fissate “a 614,20 euro e a 473,20 per mille litri di prodotto; a decorrere dal primo gennaio 2013 a 614,70 euro e a 473,70 per mille litri di prodotto”.

Allegato: Testo integrale(fonte Corriere della Sera)

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