L’attacco al web dell’Agcom e del Partito Democratico

Un emendamento di Francesco Boccia impone alle imprese italiane di acquistare servizi online solo ed esclusivamente da soggetti dotati di una partita IVA italiana. L'Agcom diventa lo sceriffo del web.

Francesco Boccia e Stefania CovelloIeri(13 dicembre), la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento alla legge di stabilità che introduce in Italia, prima in Europa, la #webtax, per la quale i giganti del Web(da Google ad Amazon) dovranno avere partita IVA. Il governo si è rimesso alla Commissione.

L’emendamento ha come primo firmatario Francesco Boccia(PD). Ma non finisce qui. Un altro “pidino”, Stefania Covello, ha proposto un altro emendamento che mira alla tracciabilità: esso stabilisce che “l’acquisto di servizi di pubblicità online e di servizi ad essa ausiliari deve essere effettuato esclusivamente mediante bonifico bancario o postale dal quale devono risultare anche i dati identificativi del beneficiario”. Come se la carta di credito non fosse un sistema tracciabile. Questi “pidini” sono proprio dei geni.

Il giorno prima, l’Agcom approvava il regolamento per la tutela del diritto d'autore online. Il web italiano è sotto attacco.  Su “Il Fatto Quotidiano”, Guido Scorza scrive: “L’Agcom si attribuisce il potere di vita o di morte su qualsiasi genere di contenuto pubblicato online e ripromettendosi di esercitarlo nell’ambito di procedimenti sommari da codice militare di guerra e previo sostanziale esautoramento dei Giudici che, sino ad oggi, si sono occupati di far rispettare le leggi in materia online come offline”.

Per ulteriori info: Bye bye Internet, la settimana nera delle nuove tecnologie

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