Bankitalia: Debito pubblico a 2.300 miliardi di euro. E’ record

Il debito pubblico italiano a luglio 2017 si è attestato a 2.300 miliardi di euro. E' record storico. UNC contro le politiche del governo.

Finanza pubblica. Settembre 2017La Banca d’Italia ha diramato il supplemento al Bollettino di Finanza Pubblica. A luglio 2017 il debito pubblico italiano si è attestato a 2.300 miliardi di euro, in aumento di 18,6 miliardi rispetto ai 2.281,4 di giugno 2017. E’ record.

L’incremento del debito è dovuto all’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro(per 32,9 miliardi, a 85,6; erano pari a 101,0 miliardi a luglio 2016), in parte compensato dall’avanzo di cassa delle Amministrazioni pubbliche(13,3 miliardi). A compensare l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro è anche l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del tasso di cambio(1,1 miliardi). Con riferimento ai sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è salito di 19 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 400 milioni e quello degli Enti di previdenza è rimasto invariato. A luglio 2016 il debito pubblico italiano era pari a 2.252,2 miliardi di euro. Questo significa che è aumentato di 47,8 miliardi in 12 mesi.

Nel mese di luglio 2017 le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 47,1 miliardi di euro, in aumento di 8,5 miliardi a quelle rilevate nello stesso mese del 2016(38,6 miliardi). Nei primi sette mesi del 2017, le entrate tributarie nel bilancio dello Stato sono state pari a 233,1 miliardi di euro, in calo dell’1,2% rispetto a quelle relative allo stesso periodo del 2016(236 miliardi). Lo slittamento delle scadenze per il versamento di alcune imposte ha determinato la flessione le entrate tributarie. L’Unione nazionale dei consumatori(UNC) ha dichiarato: “La cosa più grave è che mentre lo scorso anno i dati erano altalenanti, si passava da record a discese, da aprile il debito si è impennato. Il lieve rialzo del PIL non può consentire di trascurare l’abbassamento del debito in valore assoluto, altrimenti il loro rapporto non si abbasserà mai”.

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