Napolitano non firma il DDL lavoro

Giorgio Napolitano non firma il DDL Lavoro All’inizio di marzo vi ho menzionato il testo del disegno di legge 1167-B che prevede l’introduzione dell’arbitrato per le controversie tra il datore di lavoro e il dipendente.

A distanza di un mese si torna a parlare di questo ennesimo sopruso ai danni dei lavoratori.

Per una volta, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto il proprio dovere non firmando il DDL e rimandando il testo alle Camere. Questo è un evento, perché è la prima volta che Napolitano rinvia una legge alle Camere.

Il capo dello Stato ha forti dubbi proprio sulla norma che prevede l’estensione dell'arbitrato nei rapporti di lavoro(articolo 31). In particolare l'articolo prevede che già nel contratto di assunzione, in deroga dai contratti collettivi, si possa stabilire che in caso di contrasto le parti si affidino a un arbitrato.

Molti hanno sottolineato che questa cosa potrebbe essere un’altra forma di ricatto da parte del titolare nei confronti del lavoratore che deve firmare il contratto. In pratica, potrebbe capitare che se non accetti l’arbitrato non ti assumono…

Napolitano dichiara che occorre verificare che le disposizioni siano pienamente coerenti con la volontarietà dell'arbitrato e la necessità di assicurare un'adeguata tutela del contraente debole(il lavoratore). Nella nota del Quirinale si evince che Napolitano muove rilievi anche per l’articolo 20, che esclude dalla delega del 1955 sulla sicurezza del lavoro il personale a bordo dei navigli di Stato.

Questo articolo “interpretativo”, bloccherebbe l'inchiesta della procura di Torino  su 142 uomini della Marina Militare  morti per esposizione all'amianto e un processo a Padova per la morte, per lo stesso motivo, di altri due militari. Infine il capo dello Stato chiede una riflessione opportuna sugli articoli 30, 32 e 50.

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