Italiani sfrattati e migranti in albergo a spese dello Stato
Ieri(20 ottobre) le forze dell’ordine hanno sgomberato l’ex sede Telecom di via Fioravanti a Bologna, immobile occupato da dicembre 2014 da un’ottantina di famiglie. Sul posto erano presenti una decina di blindati delle forze dell’ordine per eseguire il sequestro preventivo della “maxi occupazione”, esecutivo da marzo 2015 con una decisione del Tribunale del Riesame che aveva accolto il ricorso della procura.
Non è filato tutto liscio. Alcuni occupanti sono saliti sul tetto del palazzo, che si trova vicino alla sede degli uffici comunali, nella prima periferia e hanno resistito per circa 11 ore. La polizia ha caricato un gruppo di attivisti che stavano manifestando in sostegno degli occupanti. Un bambino che alloggiava nello stabile è stato portato al pronto soccorso pediatrico del Maggiore in codice di media gravità. L’operazione è stata portata a termine grazie all’accordo tra occupanti e servizi sociali del Comune di Bologna, che hanno promesso un tetto per tutti coloro che, per più di 10 mesi, hanno vissuto nello stabile di via Fioravanti.
A Roma c’è stata una manifestazione di solidarietà agli occupanti dello stabile ex Telecom. Un gruppo di manifestanti ha bloccato il traffico a Porta Pia, nelle vicinanze del ministero delle Infrastrutture, lanciando oggetti e urlando “assassini” agli agenti. La polizia ha usato gli idranti per disperdere il sit in. L’Italia è un Paese strano: sfratta gli italiani e accoglie i migranti con i soldi dei contribuenti. Lo Stato spende in media 35 euro al giorno per ogni profugo che mette piede sul nostro suolo, c’è da dire però che gran parte dei soldi finisce nelle tasche degli “amici degli amici” dei politici. Il migrante è un prodotto, mentre gli indigenti italiani servono solo in campagna elettorale. La verità è che andrebbero aiutati entrambe le categorie senza distinzione. Invece in Italia è in vigore l’apartheid.
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