Parte salvataggio delle banche venete con soldi pubblici

Approvate le norme per il salvataggio di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. A Intesa Sanpaolo oltre 5 miliardi di euro pubblici.

Banche veneteIl governo Gentiloni colpisce ancora. Dopo aver salvato Monte dei Paschi di Siena, i contribuenti italiani devono rimetterci pure con Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Ieri(25 giugno) c’è stato un Consiglio dei Ministri per l’esame del decreto per il salvataggio delle banche venete. Il governo ha varato il provvedimento d’urgenza che consentirà di avviare la “liquidazione ordinata” di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca con lo schema “good bank-bad bank”.

La parte sana andrà a Intesa Sanpaolo che garantirà piena tutela di obbligazionisti senior e titolari di depositi. Il gruppo bancario ha rilevato le good bank delle banche venete con un’offerta simbolica di un euro. Bankitalia ha comunicato l’avvenuta cessione delle banche a Intesa Sanpaolo. Le misure approvate dal governo italiano per la liquidazione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno avuto il via libera della Commissione UE. I crediti deteriorati delle due banche venete saranno ceduti alla Società per la Gestione di Attività Spa, di proprietà del ministero dell’Economia. La Sga del Tesoro si occuperà di recuperare i crediti. I proventi di questa attività consentirà ai due istituti in liquidazione di onorare i debiti nei confronti dei creditori. Lo Stato mette a disposizione subito risorse a Intesa Sanpaolo per un totale 4,785 miliardi di euro come anticipo di cassa, operazioni necessarie per mantenere la capitalizzazione e il rafforzamento patrimoniale di Intesa a fronte dell’acquisizione delle banche venete.

Il decreto mette a disposizione anche un rimborso di 400 milioni di euro a copertura di garanzie. Nel decreto salva-banche ci sono risorse fino a 17 miliardi di euro, 5,2 miliardi finiranno a Intesa San Paolo. Nelle risorse stanziate dallo Stato per le due banche venete 1,285 miliardi di euro sono destinati alla gestione degli esuberi. Parte del personale resta nei due istituti in liquidazione che gestiranno la ristrutturazione. Le risorse andranno tutte a Intesa Sanpaolo che a sua volta le finanzierà con un prestito garantito. Intesa acquisirà anche i crediti in bonis ma ad alto rischio, che saranno garantiti dallo Stato con 4 miliardi di euro. Garanzia anche sui rischi legali, quantificati in circa 2 miliardi di euro. Il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha dichiarato: “Con il decreto delle banche venete, sono messi in sicurezza 50 miliardi di risparmi e tutelati 2 milioni di clienti, incluse 200 mila imprese”. Peccato che a rimetterci sarà la collettività generale. Il decreto salva-banche, infatti, sposta 18 miliardi di crediti deteriorati dal settore bancario a quello pubblico. Non un bel affare per i contribuenti.

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