I costi di disattivazione Wind

Il passaggio da Wind ad altri operatori può essere molto salato per i costi di disattivazione. Si paga anche se viene chiesta la portabilità del numero.

WindHai deciso di chiudere il contratto con Wind e migrare verso un’altra compagnia telefonica? Attenzione. Nell’ultima fattura rischi di pagare i costi di disattivazione. Questo è quello che è capitato a me e ad altri consumatori che sono migrati dall’ADSL di Wind alla fibra FTTH di Vodafone su rete Open Fiber.

Ero cliente Wind da almeno 15 anni. Ho deciso di cambiare operatore a causa delle continue rimodulazioni che hanno fatto alzare il costo di ogni fattura(pagavo 70 euro ogni 56 giorni) e per la qualità non più eccelsa dell’ADSL. Appena è arrivata la rete Open Fiber ho verificato sul sito Wind se il mio indirizzo fosse coperto dall’iperfibra per diverse settimane. La risposta era sempre negativa. Ho aspettato fino al 22 agosto 2017, poi ho approfittato dell’attivazione gratuita per passare a Vodafone. E meno male. Se fossi rimasti con Wind sulla nuova rete di Oper Fiber avrei pagato lo stesso 65 euro di “costo per attività di cessazione servizio”. Nel contratto Wind, infatti, c’è scritto che è previsto nel caso in cui la richiesta implichi la cessazione del servizio senza riattivazione con altri.

Costi disattivazione Wind

Un momento. Perché devo pagare 65 euro se ho richiesto la migrazione verso un altro operatore? La risposta è ovvia. Open Fiber ha una rete tutta sua che non ha nulla a che vedere con quella Telecom. Quando Vodafone mi ha attivato la linea dati il 29 agosto 2017, potevo ancora connettermi con l’ADSL di Wind. Il “vecchio” servizio voce ed internet è stato attivo fino al 14 settembre 2017, giorno in cui il mio numero è passato a Vodafone. I 65 euro di “costo per attività di cessazione servizio” si pagano per la chiusura del servizio voce ed internet sulla vecchia rete Telecom. Una cosa ingiusta che non è stata ancora regolamentata da nessuna normativa. La tanto decantata legge Bersani ha tolto le penali, ma gli operatori hanno trovato un escamotage con i costi di disattivazione. E il consumatore paga, visto che le varie sentenze creano solo confusione.

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