Comune di Napoli senza certificati digitali

Il comune di Napoli è in forte ritardo con l'agenda digitale italiana. Il rilascio di certificati digitali è ancora un'utopia nel capoluogo campano.

Comune di Napoli senza certificati digitaliIl comune di Milano ha annunciato che nel 2016 ha emesso il 54% di certificati digitali, mentre quello consegnati allo sportello sono stati “solo” il 46%. Nel comune di Napoli, invece, gli utenti sono obbligati a fare la fila per avere un certificato anagrafico. In pratica ai napoletani è vietato ottenere comodamente sul computer di casa documenti come certificato di residenza, stato di famiglia e tanti altri.

La giunta arancione non si è adeguata alla legge italiana. I comuni italiani, infatti, devono attrezzarsi per dialogare e fornire o ricevere documenti online da cittadini e imprese. Per questo è indispensabile l’attivazione dello Spid, il sistema che permette agli utenti di accedere con un’unica identità telematica ai servizi online della pubblica amministrazione e privati. L’Agenda digitale italiana è partita nel 2014 e prevede azioni e norme per lo sviluppo delle tecnologie, dell’innovazione e dell’economia digitale. Perché il comune di Napoli è in forte ritardo? Tutta colpa di un timbro digitale da 40 mila euro che l’amministrazione comunale non ha potuto acquistare in passato a causa di problemi di bilancio. Il direttore dell’ufficio Anagrafe, Luigi Loffredo, assicura che il problema è stato risolto per precisa volontà del sindaco Lugi de Magistris e dell’assessore al ramo, Alessandra Sardu. A dicembre verrà siglata una convenzione con l’ordine degli avvocati per una sperimentazione e da gennaio 2018 anche i napoletani potranno ottenere i certificati on line.

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