Istat: Continuano a diminuire i lettori
Nel 2016 continua la flessione del numero di lettori di libri, confermando la tendenza negativa avviata nel 2010. Il numero di lettori in Italia è passato dal 42% della popolazione dai 6 anni in su del 2015 al 40,5% del 2016. Si tratta di circa 23 milioni di persone che dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali. E’ quanto emerge dal rapporto “Produzione e lettura di libri in Italia” pubblicato oggi(27 dicembre) dall’Istat.
A partire dall’anno 2000, quando la quota di lettori era stimata al 38,6%, l’andamento è stato crescente fino a toccare il massimo nel 2010 con il 46,8%; poi vi è stata una diminuzione continua fino a tornare, nel 2016, al livello del 2001 con il 40,5%. Si può dire che in Italia ci sono più scrittori che lettori. Le donne mostrano una maggiore propensione alla lettura già a partire dai 6 anni di età: complessivamente il 47,1% del gentil sesso, contro il 33,5% dei uomini, ha letto almeno un libro nel corso dell’anno. La classe di età che legge di più è fra gli 11 e i 14 anni(51,1%). La diffusione dei lettori risente in misura significativa del livello di istruzione: legge il 73,6% dei laureati ma solo il 48,9% fra chi ha conseguito al più un diploma superiore. Persistono i divari territoriali: nelle regioni del Sud legge meno di una persona su 3(27,5%), mentre in quelle del Nord-est si raggiunge il 48,7%. Una famiglia su 10 non ha alcun libro in casa, dato costante ormai da 20 anni. Nell’opinione degli editori, i principali fattori che determinano la modesta propensione alla lettura in Italia sono il basso livello culturale della popolazione(39,7% delle risposte) e la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura(37,7%). Un altro fattore che frena la lettura in Italia è il costo dei libri. Nel settore editoriale si è registrata una crescita dei prezzi rispetto al 2015: i libri pubblicati nel 2016 hanno un prezzo di copertina pari a 20,21 euro, contro i 18,91 dell’anno precedente.
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