Le bugie di De Magistris sull’emergenza rifiuti

La zona nord di Napoli è ancora sommersa da rifiuti, ma per De Magistris l'emergenza rifiuti non è mai esistita. Il sindaco dice solo bugie. Il sistema del ciclo rifiuti non riesce più a reggere per mancanza di impianti. A Ponticelli cittadini contrari al sito di compostaggio.

Luigi De Magistris“Niente di particolare, la sofferenza è già rientrata. Non c’è mai stata emergenza rifiuti”. Questo è la dichiarazione choc fatta ai giornalista da Luigi De Magistris. Evidentemente il sindaco di Napoli non considera Scampia un quartiere del capoluogo campano o più semplicemente ha detto una serie di bugie. A distanza di nove giorni dalla denuncia fatta su questo blog i rifiuti continuano ad essere ammassati per strada nel quartiere a nord di Napoli.

L’emergenza rifiuti è stata causata dalla chiusura della linea 1 del termovalorizzatore di Acerra per manutenzione che ha portato ad un calo di smaltimento di 700 tonnellate al giorno. Come ho già spiegato nell’articolo di nove giorni fa, l’amministrazione comunale ha deciso di “privilegiare” la raccolta della spazzatura nelle zone turistiche a scapito dei cittadini dei quartieri periferici. Un vero e proprio fascismo sociale quello messo in atto da De Magistris e company. La manutenzione del Rifiuti a Scampiatermovalorizzatore di Acerra non è un evento straordinario, ma una cosa prevista che si verifica ogni anno. Alla fine dell’estate 2017 l’azienda A2A aveva informato l’amministrazione comunale del blocco della linea 1 di queste settimane. Il Comune di Napoli doveva organizzarsi per consentire una corretta gestione dello smaltimento dei rifiuti, ma non l’ha fatto. Il sindaco De Magistris dice bugie che ingannano solo i prolet. L’emergenza di questi giorni potrebbe essere nulla rispetto a quello che potrebbe accadere all’inizio del 2019, quando è previsto la manutenzione del turbina del termovalorizzatore di Acerra. Il blocco durerà dalle tre alle sei settimane e l’impianto non potrà essere utilizzato per bruciare i rifiuti. Anche in questo caso il Comune di Napoli, l’Asìa e tutti gli altri enti e le strutture coinvolti, sono stati informati con largo anticipo. Organizzarsi significa trovare alternative allo smaltimento, bisogna, cioè, trovare qualcuno che si occupi di gestire il pattume, non basta accumularlo da qualche parte.

La mancanza di siti di compostaggio

Il problema rifiuti resta ancora irrisolto a Napoli, nonostante le fregnacce dette ogni giorno dalla giunta arancione. In 7 anni nessun ciclo di rifiuti è stato avviato e la raccolta differenziata al 70% resta solo un miraggio. L’ultimo dato disponibile indica una percentuale del 33,1%. Nessun sito di compostaggio è stato individuato o progettato. Nel 2015 il Comune di Napoli voleva costruire una centrale elettrica a biogas a Scampia, in una zona a pochi passi dal centro abitato. La rivolta dei cittadini e la bocciatura della Regione Campania fece cambiare idea all’amministrazione arancione. Tre anni dopo il Comune di Napoli torna alla carica, questa volta a Ponticelli. Il progetto prevede un impianto di compostaggio che lavorerà 30 mila tonnellate di frazione organica all’anno. Sarà combinato con una fase anaerobica e una aerobica e avrà un procedimento che avviene completamente al chiuso in grado di produrre biometano. Altri due siti di compostaggio dovrebbe essere realizzati nell’area occidentale(Bagnoli?) e nell’area nord(Scampia?). I cittadini delle zone interessate sono contrari, visto che non vogliono diventare la pattumiera della “Napoli bene”. Come se ne esce? Costruendo un mini impianto di compostaggio in ognuna della 10 Municipalità.

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