Corte tedesca mette in discussione Quantitative easing

Il Quantitative easing è stato messo in discussione dalla Corte Costituzionale della Germania. La BCE ha tre mesi di tempo per dimostrare che gli scopi perseguiti col QE sono proporzionati agli effetti fiscali ed economici.

Christine LagardeNel marzo 2015 la Banca Centrale Europea ha dato l’avvio al Quantitative easing, un vasto programma di acquisti di titoli degli Stati membri dell’Unione Europea dell’area euro. Doveva durare fino a settembre 2016, ma poi è stato esteso fino ad oggi per svariati motivi. L’ultimo piano è stato varato il mese scorso per fronteggiare la crisi causata dall’emergenza coronavirus. Il Quantitative easing è stato messo in discussione dalla Corte Costituzionale della Germania. I giudici tedeschi di Karlsruhe affermano che “il QE viola in parte la Costituzione tedesca”.

La Corte tedesca era chiamata a decidere sull’istanza di un gruppo di uomini d’affari e accademici conservatori presentata dopo il varo del QE nel 2015. I 2.600 miliardi di bond che la BCE ha cominciato a comprare cinque anni fa per scongiurare la deflazione sono parzialmente incostituzionali. I giudici annunciano poi di “non aver riscontrato violazioni della BCE al divieto di finanziare i bilanci nazionali”. La Corte Costituzionale della Germania dà quindi alla Banca Centrale Europea tre mesi per dimostrare che gli scopi perseguiti col Quantitative easing sono proporzionati agli effetti fiscali ed economici. Per esempio, l’Italia pesa per il 15,6% nel capitale della BCE, ma gli acquisti di carta italiana nell’attuale programma di interventi superano il 30%. La Corte tedesca chiede vigilanza a  governo e Parlamento. Una sentenza storica e spinosa, per il futuro della BCE. Il rischio concreto è che la Bundesbank non possa più partecipare al programma di acquisto lanciato nel 2015 da Mario Draghi e ora ampliato per sostenere i Paesi messi in crisi dell’emergenza coronavirus. Il bazooka anticrisi della Banca Centrale Europea rischia di diventare una pistola ad acqua. La BCE ha dichiarato: “Stiamo valutando la sentenza e ci esprimeremo a tempo debito. Riaffermiamo il primato della legge UE e che le decisioni della Corte europea sono vincolanti sulle nazionali”. Questa Unione monetaria ha bisogno di un nuovo trattato.

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