Ripartono lavori per demolizione Vela verde

Ripartono i lavori per la demolizione della Vela verde di Scampia. Dopo quasi due mesi di stop la maxi gru ha ricominciato a martellare sullo scheletro del palazzo.

La demolizione della Vela verdeIl lockdown causato dall’emergenza coronavirus aveva salvato la Vela verde di Scampia. La demolizione del palazzo era iniziata il 20 febbraio 2020 e il completamento del lavoro era previsto 40 giorni dopo. Ricordiamo che l’allestimento del cantiere era iniziato nel maggio 2019. Quasi un anno dopo la Vele verde è ancora ben visibile ai residenti e ai passanti. Tutta colpa del Covid-19 che ha causato il blocco dei cantieri a Napoli e nel resto d’Italia. Dopo quasi due mesi di stop la maxi gru ha ricominciato a martellare sullo scheletro della Vela Verde. I lavori sono ripresi ufficialmente l’11 maggio 2020, una settimana dopo la riapertura del cantiere.

L’ulteriore ritardo è servito per sistemare il cantiere e assicurare le condizioni di sicurezza per i lavoratori. A meno che imprevisti, la demolizione della Vela verde dovrebbe essere completato in 40 giorni. La Pmi tipo 980 super long demolition, dal peso di 130 tonnellate e 52 metri di altezza, è tornata in azione con la cosiddetta “pinza” che “morde” chirurgicamente pezzo per pezzo il palazzo di Scampia.  Subito dopo la demolizione della Vela verde sarà ricostruita la viabilità, con campi sportivi, camminamenti pedonali, zone attrezzate, marciapiedi e parcheggi. La Vela verde(o A) è il quarto palazzo ad essere “cancellato”:  la demolizione delle tre Vele del lotto L(Vele F, G, H) è avvenuta in tre distinti momenti, con gli abbattimenti del 1997, del 2000 e del 2003. L’abbattimento del palazzo e la successiva riqualificazione hanno un costo complessivo di circa 27 milioni di euro, finanziato per 18 milioni da fondi del “bando Periferie” del governo Renzi e per 9 milioni da quelli Pon metro. Successivamente saranno demolite anche la Vela rossa e quella gialla. L’unica Vela che resterà in piedi diventerà la sede della città metropolitana, così Scampa si trasformerà da periferia a centro cittadino.

La storia delle Vele di Scampia

Nel 1962 la legge 167 favorì lo sviluppo della zona nord di Napoli con la costruzione di grandi unità abitative dove centinaia di famiglie avrebbero potuto integrarsi e creare una nuova comunità, gettando le basi per un riscatto sociale. Del progetto fanno parte anche le Vele di Scampia, progettate dall’architetto Franz Di Salvo. I sette palazzoni furono costruiti tra il 1962 e il 1975; prendono il nome dalla loro forma triangolare, che ricorda quella di una vela latina. Le Vele di Scampia dovevano ricostruire nell’idea originaria, la comunità del vicolo. Palazzi alti fino a 14 piani, con grossi corridoi di ferro sospesi nel vuoto, amianto e cemento impastati per edificare un nuovo modo di fare edilizia residenziale. Dopo il terremoto del 1980 i senza casa di tutta la città iniziarono ad occupare le Vele. Il sogno del riscatto sociale è miseramente fallito per la mancata presenza dello Stato. Le Vele sono diventate il simbolo del degrado e della criminalità organizzata.

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