La demolizione della Vela verde

Dopo quasi tre anni di attesa è iniziata la demolizione della Vela verde di Scampia. L’intervento durerà circa 40 giorni. L’abbattimento delle Vele e la successiva riqualificazione hanno un costo complessivo di circa 27 milioni di euro.

Alle 11.17 del 20 febbraio 2020 è iniziata la demolizione della Vela verde di Scampia. La gru Pmi tipo 980 super long demolition e un altro escavatore cingolato sono entrati in azione contemporaneamente, i primi colpi hanno interrotto un’attesa che dura da anni. La demolizione della Vela verde arriva con quasi tre anni di ritardo. Il primo annuncio a vuoto del Luigi De Magistris è datato 6 marzo 2017: in quell’occasione il sindaco di Napoli annunciava l’abbattimento del palazzo simbolo di “Gomorra” entro l’estate di quell’anno.

L’intervento di demolizione durerà circa 40 giorni. La Vela verde è il quarto palazzo ad essere “cancellato”:  la demolizione delle tre Vele del lotto L(Vele F, G, H) è avvenuta in tre distinti momenti, con gli abbattimenti del 1997, del 2000 e del 2003. Sono passati 17 anni dalla demolizione dell’ultima Vela, non c’è nulla da festeggiare. L’abbattimento delle Vele e la successiva riqualificazione hanno un costo complessivo di circa 27 milioni di euro, finanziato per 18 milioni da fondi del “bando Periferie” del governo Renzi e per 9 milioni da quelli Pon metro. Subito dopo la demolizione della Vela verde sarà ricostruita la viabilità, con campi sportivi, camminamenti pedonali, zone attrezzate, marciapiedi e parcheggi. Successivamente saranno demolite anche la Vela rossa e quella gialla. L’unica Vela che resterà in piedi diventerà la sede della città metropolitana, così Scampa si trasformerà da periferia a centro cittadino. La demolizione della Vela verde non deve essere festeggiato come una vittoria, ma come un punto di partenza. Siamo in forte ritardo. Ora più che mai si dovrà vigilare sulla riqualificazione dell’area e sul cronoprogramma di demolizione delle altre due Vele. Il sindaco De Magistris ha partecipato alla “festicciola” organizzata dai comitati, ma non ha capito che la maggioranza dei residenti vuole fatti concreti e non sfilate. Hanno partecipato all’evento anche gli studenti degli istituti Galileo Ferraris e Melissa Bassi per protestare contro i roghi tossici nella zona.

La storia delle Vele di Scampia

Nel 1962 la legge 167 favorì lo sviluppo della zona nord di Napoli con la costruzione di grandi unità abitative dove centinaia di famiglie avrebbero potuto integrarsi e creare una nuova comunità, gettando le basi per un riscatto sociale. Del progetto fanno parte anche le Vele di Scampia, progettate dall’architetto Franz Di Salvo. I sette palazzoni furono costruiti tra il 1962 e il 1975; prendono il nome dalla loro forma triangolare, che ricorda quella di una vela latina. Le Vele di Scampia dovevano ricostruire nell’idea originaria, la comunità del vicolo. Palazzi alti fino a 14 piani, con grossi corridoi di ferro sospesi nel vuoto, amianto e cemento impastati per edificare un nuovo modo di fare edilizia residenziale. Dopo il terremoto del 1980 i senza casa di tutta la città iniziarono ad occupare le Vele. Il sogno del riscatto sociale è miseramente fallito per la mancata presenza dello Stato. Le Vele sono diventate il simbolo del degrado e della criminalità organizzata.

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