Ciò che inferno non è

Di Alessandro D’Avenia e pubblicato da Mondandori, "Ciò che inferno non è" è un romanzo ambientato a Brancaccio che parla di Don Puglisi.

Ciò che inferno non èCiò che inferno non è” è un libro di Alessandro D’Avenia e pubblicato da Mondadori. L’autore è nato a Palermo nel 1977. Frequenta il Liceo Classico a Palermo, dove ha come insegnante di Religione padre Pino Puglisi, dal quale sarà profondamente influenzato. Nel 2000 si laurea in Letteratura Greca alla sapienza di Roma. Il suo romanzo d’esordio è “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, da cui viene tratto l’omonimo film prodotto da Rai Cinema. “Ciò che inferno non è” arriva in libreria nel 2014 ed è il terzo libro di Alessandro D’Avenia.

Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l’estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra “3P”, il professore di religione: lo chiamano così perché il suo nome è padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l’invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, cioè Brancaccio. Federico accetta e il nuovo impegno sarà per lui un crocevia dell’esistenza. Il ragazzo si innamora di una ragazza di nome Lucia che gli permette di vedere le cose da un’altra prospettiva. “Ciò che inferno non è” è un romanzo che racconta di tematiche vitali ed essenziali.

Una Palermo dei primi anni ‘90, dove i boss di “Cosa Nostra” fanno da padroni. Don Pino Puglisi, cerca, con le sue poche armi a disposizione, di salvare i ragazzi dalla strada. Il titolo “Ciò che inferno non è” riprende una famosa citazione di Italo Calvino, tratta dal romanzo “Le città invisibili”. Alessandro D’Avenia ha dedicato questo libro a Don Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. Lo scrittore narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino. All’inizio il romanzo stenta a decollare con la presentazione dei singoli personaggi. La storia entra nel vivo quando Federico inizia a fare volontariato a Brancaccio. Un libro di non facile lettura, almeno per chi si aspetta una divulgazione narrativa con dialoghi e descrizioni del racconto.

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