15 famiglie abbandonate dal Comune di Napoli

Lo slogan “Napoli città rifugio” non viene applicato alle 15 famiglie sfollate dal palazzo di via Sant’Antonio ai Monti. Sono in attesa di un tetto.

SfollatiNapoli città rifugio”. Questo è quello che ripete ogni volta il sindaco Luigi De Magistris. Peccato che la realtà dei fatti sia diversa da quella narrata dall’ex magistrato. Lo scorso 24 agosto è crollato parzialmente un solaio in un palazzo di quattro piani del centro di Napoli. L’episodio si è verificato in via Sant’Antonio ai Monti. Non c’è stato nessun ferito dal cedimento strutturale. 15 famiglie sono state sfollate dallo stabile per motivi di sicurezza.

Gli sfollati sono in attesa dei lavori di messa in sicurezza. 48 ore dopo le 15 famiglie sono ancora senza un tetto. Il Comune di Napoli non ha trovato un’abitazione alternativa e gli sfollati devono “accontentarsi” di un contributo economico di 140 euro stanziati dal proprietario del palazzo. Una cifra che serve per stare un paio di giorni in un albergo. E dopo? Non si sa. L’amministrazione comunale si sta attivando per trovare una palestra in una delle tante scuole del circondario. Nemmeno i profughi sono trattati in questo modo. Tanto per fare un esempio, gli afghani arrivati a Napoli sono stati ospitati dalla Regione Campania nel Covid Residence dell’ospedale del Mare di Ponticelli. Le 15 famiglie sfollate attendono una soluzione degna da Paese occidentale. In attesa dell’intervento delle istituzioni, alcuni si arrangiano dove possono confidando nell’aiuto e nell’ospitalità di amici e parenti. Certo che fa specie come la città che si professa dell’accoglienza, non riesca a garantire un alloggio rientrante nel proprio patrimonio comunale a queste 15 famiglie. Lo slogan “Napoli città rifugio”, tanto caro al sindaco, è solo una tra le molteplici espressioni di una mitomania politica che trova sfogo nella propaganda elettorale permanente.

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