I ristori sono uno spreco di soldi

Nel 2020, sono stati stanziati ben 24 miliardi di euro di ristori, tutti soldi trasformati in depositi bancari. I ristori sono uno spreco di soldi.

Una camerieraIn Italia si continua a parlare del Reddito di cittadinanza, ma il vero dramma sono i ristori voluti dal governo Conte e confermati dal governo Draghi. Uno spreco di soldi che non è servito a nulla. Nel 2020, sono stati stanziati ben 24 miliardi di euro di ristori a favore di lavoratori autonomi e di piccole imprese italiane. Tutti avevano diritto a questa forma di assistenzialismo e non bisognava presentare il Reddito ISEE.

A cosa sono serviti questi soldi? A nulla, perché non sono ritornati indietro con i consumi. I ristori si sono trasformati in depositi bancari. In pratica sono serviti per arricchire chi già stava bene. Qualche mente geniale vorrebbe tagliare il Reddito di cittadinanza per regalare altri soldi a lavoratori autonomi e piccole imprese italiane. I ristori non hanno creato posti di lavoro e non sono serviti per la crescita del PIL. Sono stati un aiuto solo in alcuni casi. I ristori sono uno spreco di soldi, un mero intervento assistenziale che ha premiato soprattutto i ricchi. Il Reddito di cittadinanza è partito ad aprile 2019 e fino a dicembre 2021 è costato 19,8 miliardi di euro.

A differenza dei ristori, i percettori del Reddito di cittadinanza alimentano i consumi producendo maggior lavoro e reddito per l’economia. Si tratta, insomma, di un classico intervento di sostegno della domanda. L’importo medio mensile è di 560 euro per nucleo familiare, altro che 1.200 euro al mese come sostiene qualche politico. Il Reddito di cittadinanza è stata una salvezza per tante famiglie nel 2020, durante il lockdown per la pandemia Covid. La misura introdotta dal governo Conte ha ridotto la povertà, non si può dire lo stesso per i ristori. I furbetti del Reddito di cittadinanza sono solo 5 mila su oltre 4 milioni di beneficiari. Una percentuale bassa, nonostante i media ne parlino ogni giorno per distorcere la realtà.

I 24 miliardi di euro buttati nel 2020 per i ristori sono uno schiaffo alla povertà e alle politiche lavorative. E nessuno ne parla. In Italia sono i salari bassi il problema, non il Reddito di cittadinanza. Il 45,8% dei percettori risultano occupati con impieghi tali da non consentir loro di emergere dal disagio e da costringerli a ricorrere al Reddito di cittadinanza per la sussistenza. È quanto emerge dal policy brief dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche(INAPP) pubblicato lo scorso febbraio. Quasi un percettore su due è costretto a richiedere il Reddito di cittadinanza perché ha uno stipendio da fame e allo stesso tempo lo Stato spreca soldi con i ristori. Siamo arrivati al punto che in Italia è povero chi lavora.

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