Dumping contrattuale in bar e ristoranti

Diversi contratti di lavoro vengono applicati nel settore di bar e ristoranti. Il cosiddetto dumping contrattuale produce concorrenza sleale.

Una camerieraDa alcuni anni proprietari di bar e ristoranti fanno i piagnistei sui media per la difficoltà nel reperire personale. La colpa non è del Reddito di cittadinanza come sostengono alcuni politici e imprenditori, ma dei diversi contratti di lavoro che vengono applicati nel settore di bar e ristoranti, il cosiddetto dumping contrattuale.

Dire basta al dumping contrattuale significa dire basta alla concorrenza sleale a danno di imprese e lavoratori. Secondo un’indagine effettuata da FIPE-Confcommercio in collaborazione con Adapt, sono marcate le differenze tra diversi contratti di settore. Il dumping contrattuale è un fenomeno molto esteso nel settore del Terziario di Mercato e in particolare nei pubblici esercizi. La contrattazionepirata” interessa principalmente quei settori contraddistinti da attività labour intensive, dove le pressioni competitive sul costo del lavoro sono maggiori. Si tratta di un fenomeno che si realizza principalmente attraverso l’applicazione di contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali e datoriali scarsamente rappresentative del settore. L’archivio della contrattazione nazionale del CNEL, già nel 2018 contava quasi 900 CCNL vigenti. Sono troppi. Molti proprietari di ristoranti e bar applicano CCNL vantaggiosi per loro, ma che tolgono diritti e soldi ai lavoratori. Un dumping contrattuale che fa concorrenza sleale agli imprenditori che fanno tutto in regola. Nella tabella si può notare lo stipendio mensile lordo di un cameriere di ristorante in base al CCNL applicato e con 8 ore di lavoro al giorno.

CONFLAVORO 1.562,70
FIPE 1.562,69
FIDAP 1.474,00
Sistema Commercio e Impresa SCI 1.454,28
CIFA 1.447,76
CONFIP 1.434,58
ESAARCO 1.340,56
ANPIT 1.288,49
FAPI 1.265,59

Si evince che i CCNL sottoscritti da FIDAP, SISTEMA IMPRESA, CIFA e CONFIP mostrano una differenza retributiva mensile rispettivamente di 88,69 euro, 108,41 euro, 114,93 euro e 128,11 uro rispetto al CCNL FIPE. Le differenze maggiori si riscontrano con i CCNL sottoscritti da ANPIT, FAPI ed ESAARCO con rispettivamente 274,20 euro, 297,10 euro e 222,13 euro di risparmio retributivo mensile per le imprese che applicano questi contratti. Da qui la necessità di agire sui salari(ad esempio attraverso l’alleggerimento del cuneo fiscale) e sugli orari di lavoro, con la previsioni di regole chiare sulla turnazione del personale. Il dumping contrattuale in bar e ristoanti è un problema che deve essere affrontato il prima possibile.

Lavoratori sottopagati

I lavoratori di “Primo ingresso” che cioè alla data di assunzione risultino privi di esperienza professionale pregressa e/o di conoscenze specifiche relative alle mansioni ad essi assegnate e i lavoratori cui si applica regime speciale di “reimpiego” e cioè quelli con più di 50 anni di età, di donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, di lavoratori di qualsiasi età disoccupati di lunga durata privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, di soggetti espulsi dal mercato del lavoro e percettori di ammortizzatori sociali e di soggetti che rientrano in specifiche misure di politiche attive di ricollocazione messe in atto da operatori pubblici o privati per l’impiego guadagnano, nel primo anno dalla loro assunzione, 476,84 euro mensili in meno rispetto a coloro i quali vengono assunti da un’azienda che applica il CCNL FIPE. Per coloro lo stipendio è di 1.085,85 euro al mese. In pratica vengono sottopagati. La durata media del periodo di prova per un cameriere con contratto FIPE è di 30 giorni, mentre in altri casi si arriva addirittura a 140 giorni. Discorso analogo per quanto riguarda gli straordinari: il contratto FIPE-Confcommercio prevede una maggiorazione del 30%, mentre altri contratti si fermano al 15%.

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