Trattato di Dublino

Il Trattato di Dublino crea una situazione di disuguaglianza tra gli stati membri politico nell’UE. Non tiene conto delle preferenze dei rifugiati.

MigrantiNelle ultime 6 ore sono giunti a Lampedusa altri 889 migranti. Con oltre 1.300 ospiti l’Hot spot è al collasso. L’Italia rischia di diventare il campo profughi d’Europa. Tutta colpa del Trattato di Dublino, ovvero il regolamento che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide.

E’ risaputo che la maggior parte dei migranti non vogliono restare in Italia. Il nostro Paese è solo un punto di partenza per arrivare in altre nazioni dove ci sono condizioni economiche più favorevoli. Peccato che questo si scontra con il Trattato di Dublino. Ogni domanda di asilo deve essere esaminata da un solo Stato membro e la competenza per l’esame di una domanda di protezione internazionale ricade in primis sullo Stato che ha svolto il maggior ruolo in relazione all’ingresso e al soggiorno del richiedente nel territorio degli Stati membri. In pratica significa che un rifugiato deve rimanere nel primo Paese di arrivo. Quindi se arrivano tutti in Italia per ragioni geografiche di vicinanza all’Africa devono rimanere nel nostro Paese anche se non vogliono. Il Trattato di Dublino conduce inoltre a una distribuzione ineguale delle richieste d’asilo tra gli Stati membri. Il regolamento andrebbe rivisto, passando ad una concezione “europea” delle frontiere, e non più nazionale. Il Trattato di Dublino non tiene conto delle preferenze e dei legami familiari dei richiedenti asilo, che potrebbero avere motivi validi per scegliere un altro stato membro come destinazione finale. Il Trattato di Dublino non favorisce la solidarietà e la cooperazione tra gli stati membri, ma anzi genera conflitti e tensioni politiche sul tema dell’immigrazione e dell’asilo.

La riforma del Trattato di Dublino

La libera circolazione delle persone è un diritto fondamentale che i trattati garantiscono ai cittadini dell’Unione europea (UE). Essa si realizza attraverso lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne. Perché non estendere questo diritto anche a quelli richiedente asilo? La posizione dell’Italia sulle possibili soluzioni al Trattato di Dublino è favorevole a una riforma o a una sostituzione del Trattato di Dublino, che ponga fine al principio del paese di primo arrivo e che introduca un meccanismo di solidarietà e di ripartizione dei richiedenti asilo tra gli stati membri. L’Italia chiede anche un maggiore sostegno da parte dell’Unione europea per gestire i flussi migratori e per combattere le cause profonde della migrazione. Non sarà facile una riforma del Trattato di Dublino. La lentezza dell’Unione Europea provocherà altri stragi nel Mediterraneo. La ministra svedese per la Migrazione, Maria Malmer Stenergard, ha dichiarato: “È importante che gli Stati membri rispettano le regole attuali per quanto riguarda il Trattato di Dublino. Ci vorranno alcuni anni per avere il nuovo sistema funzionante e fino ad allora è importante che ciò che c’è sia rispettato”.

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