Rischio povertà in calo in Italia

In calo la popolazione a rischio povertà in Italia nel 2023. Contributo positivo di assegno unico e bonus energia.

Rischio povertà in calo in ItaliaRischio povertà in calo in Italia. Lo rivela l’Istat. Nel 2023, il 22,8% della popolazione era a rischio povertà o esclusione società, in calo dell’1,6% rispetto al 2022. La quota di popolazione a rischio di povertà si attesta al 18,9%, in calo dell’1,2% rispetto all’anno precedente. In lieve aumento la popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,7% rispetto al 4,5%).

Al calo dell’incidenza di persone a rischio di povertà ha contribuito l’insieme delle misure di sostegno alle famiglie, quali l’Assegno unico universale per i figli, i bonus una tantum per contrastare l’aumento nei costi dell’energia e le modifiche intervenute nella tassazione. Il rischio di povertà o esclusione sociale è ancora alto per coloro che dipendono principalmente da pensioni o trasferimenti pubblici. È aumentato per coloro che hanno come fonte principale il reddito da lavoro autonomo, mentre è diminuito per le famiglie la cui fonte principale di reddito è il lavoro dipendente. Si riduce anche per gli individui in famiglie con solo italiani, mentre aumenta leggermente per i componenti delle famiglie con almeno un cittadino straniero.

Nel 2023, la riduzione della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è particolarmente marcata al Nord, mentre il Nord-est si conferma la ripartizione con la minore incidenza di rischio di povertà (11%); la quota di popolazione in questa condizione è stabile al Centro (19,6%) e si riduce nel Mezzogiorno, l’area del paese con la percentuale più alta di individui a rischio (39% rispetto al 40,6% del 2022). A livello regionale si osserva una riduzione del rischio di povertà o esclusione sociale in particolare in Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Campania. Nel 2022 le famiglie beneficiarie del Reddito di cittadinanza erano 1,65 milioni, pari al 6,3% del totale delle famiglie italiane, con benefici medi annui pari a 5.232 euro. Nel 2022 si registrano 8,7 miliardi di euro in trasferimenti erogati per il Reddito di cittadinanza.

Redditi familiari si riducono a causa dell’inflazione

Nel 2022, il reddito medio delle famiglie era di 35.995 euro, in aumento in termini nominali (+6,5%), ma segna una netta flessione in termini reali (-2,1%) tenuto conto della forte accelerazione dell’inflazione registrata nell’anno. Nel 2022, il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5,3 volte quello delle famiglie più povere (era 5,6 nel 2021). Nel 2022 i redditi familiari medi in termini reali sono diminuiti in modo particolarmente intenso nel Nord-ovest (-4,2%) mentre minore è stata la riduzione osservata nel Nord-est (-1,1%), nel Centro (-0,9%) e nel Mezzogiorno (-1,2%). Il reddito familiare mediano a prezzi costanti è di 25.276 euro (2.106 euro al mese). Nel 2022 il reddito familiare inclusivo degli affitti figurativi è stimato in media pari a 41.004 euro. La contrazione complessiva dei redditi familiari rispetto al 2007, anno che precede la prima crisi economica del nuovo millennio, resta ancora notevole, con una perdita in termini reali pari, in media, al -7,2%: la contrazione è di -10,8% nel Centro, -10,2% nel Mezzogiorno, -5,1% nel Nord-ovest e -2,8% nel Nord-est.

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