Schifani contestato a Torino

Schifani e Fassino sul palco a Torino Dal 28 agosto a Torino si sta svolgendo la “Festa democratica del PD”. Nei giorni scorsi sono interventi Antonio Di Pietro e Franco Marino. Oggi(4 settembre) è stato invitato il presidente del Senato Renato Schifani.

Alle 16 era in programma un dibattito con Schifani e Piero Fassino sulla riforma del sistema parlamentare e del Senato federale. Un gruppo di contestatori(Grillini, Popolo viola, movimento della Agende Rosse, “Qui Milano libera” e semplici cittadini) ha fatto iniziare il dibattito con dieci minuti di ritardo.

Appena il presidente del Senato mette piede sul palco, i manifestanti gridano “Fuori la mafia dallo Stato”. Giuliano Giubilei, il moderatore del dibattito, perde la calma invitando i non contestatori ad applaudire e zittire i manifestanti. Fassino dice “Giubilei ha usato parole forti, ma in questi giorni leggiamo di contestatori organizzati spediti da Fini. Giustamente li chiamiamo squadristi, ma quello che state facendo voi è la stessa cosa”.

Alla fine il dibattito dura 40 minuti invece dell’ora prevista. Dopo pochi secondi, Schifani viene prelevato dalla scorta e portato in auto. Pronto ad andare in un posto più sicuro(quale?). Per la cronaca, Schifani è stato contestato perché il pentito Spatuzza ha fatto il suo nome. A parte “Il Fatto Quotidiano”, nessun giornale ha parlato della cosa. Quindi, non si tratta di una contestazione all’avversario politico, ma di ben altro.

La maggior parte dei politicanti è solidale con Renato Schifani. Gli unici che stanno dalla parte dei contestatori sono Antonio Di Pietro e Beppe Grillo. Il comico genovese ha detto “Questo è solo l’inizio. Devono rendersi conto che è finita. Che si blindino con i poliziotti antisommossa, chiamino Maroni e l’esercito. Paghino la gente che va ai comizi per applaudirli. Oppure se ne vadano a casa”. Il leader dell’Italia dei Valori ha dichiarato “Stiamo dalla parte dei contestatori che sono semplicemente difensori della legalità, della democrazia e degli onesti cittadini. E’ ora di dire basta a questa ipocrisia imperante”.

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