Il Fondo Salva Stati

La riforma del Fondo Salva Stati(MES) creato nel 2011 durante la crisi dei debiti sovrani è finita all’improvviso al centro di una polemica politica. I nuovi vincoli rigorosi rappresentano un problema per i Paesi ad alto debito come l’Italia.

Il Fondo Salva Stati dell'UEDopo alcuni anni in Italia si torna a parlare del Fondo Salva Stati(ESM), chiamato anche Meccanismo Europeo di Stabilità(MES). Di cosa si tratta? E’ una struttura sovranazionale che pretende di gestire le risorse dei cittadini con immunità di giurisdizione e benefici di casta. Il Fondo Salva Stati è nato nel 2011 sull’emergenza dei salvataggi di Grecia, Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna. L’Unione Europea si è dotato di questo strumento in modo di avere risorse pronte e sufficienti per affrontare eventuali criticità finanziarie.

Il MES(o ESM), fra immunità, esenzioni, condoni ed altri privilegi, si propone di concedere finanziamenti agli Stati UE in difficoltà in cambio della possibilità di potere imporre “rigorose condizionalità” da far gravare sulle spalle del popolo. Per dirla in breve, il Fondo Salva Stati è una sorta di camorra legalizzata. Il Fondo Salva Stati costerà all’Italia 125 miliardi di euro. Dal 2011 ad oggi il nostro Paese ha già buttato 14,3 miliardi a titolo di capitale. Questo significa che dovrebbe versare altri 110,7 miliardi nei prossimi anni. Una follia. C’è da aggiungere, inoltre, che l’Italia ha sprecato altri 43,9 miliardi per finanziare il precedente fondo europeo EFSF. Il 14 giugno scorso, durante il governo Conte I, l’Eurogruppo ha concordato una bozza di riforma del Fondo Salva Stati con l’obiettivo di completare l’Unione bancaria e di rafforzare l’Unione monetaria. La riforma introduce linee di credito precauzionali, utilizzabili nel caso in cui un Paese UE venga colpito da uno choc economico e voglia evitare di finire sotto stress sui mercati.

Per usufruire del MES bisognerà rispettare le regole del Patto di stabilità, vale a dire avere un deficit sotto il 3% del PIL, nessuna infrazione per deficit eccessivo in corso e un rapporto debito/PIL sotto il 60%. Questi vincoli rigorosi rappresentano un problema per i Paesi ad alto debito come l’Italia. Tanto per fare un esempio, nel 2018 avevano un rapporto debito/PIL sotto il 60% solo 14 Paesi: Finlandia(59%), Paesi Bassi(52,4%), Slovacchia(49,4%), Polonia(48,9%), Malta(45,8%), Svezia(38,8%), Lettonia(36,4%), Romania(35%), Danimarca(34,2%), Lituania(34,1%), Repubblica Ceca(32,6%), Bulgaria(22,3%), Lussemburgo(21%) e Estonia(8,4%). Per quanto riguarda il deficit sotto il 3%, solo Romania(3%) e Cipro(4,4%) non rispettavano il vincolo. Con la riforma la stessa efficacia del Fondo Salva Stati verrebbe meno, visto che un Paese potrebbe chiedere aiuto solamente nel caso in cui già le sue condizioni finanziarie fossero sostanzialmente buone. L’Italia è sotto monitoraggio UE da anni per il debito eccessivo. Dunque per accedere al Fondo Salva Stati dovrebbe prima tagliare il debito. Il MES rischia di diventare una tangente come i contributi UE.

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