Torna l’ora legale

Nella notte tra sabato e domenica 28 marzo 2021 gli italiani dovranno spostare di un’ora in avanti le lancette di tutti gli orologi.

Torna l’ora legaleNella notte tra il 27 e il 28 marzo 2021 finirà l’ora solare ed entrerà in vigore l’ora legale. Alle 2 del 28 marzo le lancette dell’orologio andranno sposate avanti di un’ora, cioè alle 3. Gli italiani perderanno l’ora di sonno guadagnata  il 25 ottobre 2020, ma avremo un’ora in più di luce. L’ora solare verrà ripristinata nella notte tra il 30 e il 31 ottobre 2021. Il cambio toglierà sonno causando rischi alla salute con conseguenze comportamentali. Lo dicono i ricercatori del “Journal of Applied Psychology”. Tra le preoccupazioni più comuni: la possibilità di incremento degli incidenti stradali, l’aumento di infortuni sul lavoro, il cyber-ozio, ovvero una overdose di navigazione su internet nelle ore di lavoro, oltre a cefalee.

L’ora legale venne introdotta per la prima volta nel 1916 in Gran Bretagna e molti Paesi seguirono l’esempio negli anni successivi. Tra i Paesi industrializzati, solo il Giappone segue, nell’alternarsi delle stagioni, sempre l’ora solare. La rete di trasmissione dell’energia Terna fa sapere che nel 2020 i benefici dell’ora legale hanno determinato un risparmio pari a 400 milioni di kWh(quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 150 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 205 mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 66 milioni di euro. Il beneficio è stato influenzato dalla riduzione dei consumi registrata a causa della chiusura delle attività per effetto dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Per il 2021, pur permanendo una situazione di incertezza legata alla pandemia, secondo i dati attualmente disponibili Terna si attende un parziale recupero del fabbisogno energetico e quindi valori di benefici elettrici, ambientali ed economici più simili a quelli degli anni precedenti. Dal 2004 al 2020 l’Italia ha risparmiato complessivamente circa 10 miliardi di kilowattora, corrispondenti a circa 1 miliardo e 720 milioni di euro di minor costo. Nel periodo primavera-estate i mesi che segnano il maggior risparmio energetico sono aprile e ottobre.

L’abolizione del cambio d’ora

Il 26 marzo 2019 il Parlamento europeo ha approvato la proposta della Commissione per  uniformare l’orario a livello comunitario. Non è stato trovato un accordo tra i 27 stati membri dell’UE per l’abolizione del cambio d’ora due volte all’anno. A novembre del 2019, il governo Conte II ha scelto di mantenere il doppio orario. Francia, Germania, Finlandia, Lituania, Svezia ed Estonia si sono espressi per l’orario unico per tutto l’anno. Gli Stati membri avrebbero dovuto dare una risposta definitiva entro il 1° aprile 2020, ma a causa dell’emergenza Covid-19 è stato tutto rinviato. L’abolizione del cambio d’ora dovrebbe avvenire nel 2022. La rete di trasmissione dell’energia Terna ha effettuato un’accurata analisi sulle ricadute per il sistema elettrico italiano in termini di sicurezza e adeguatezza. Lo scenario ora legale tutto l’anno garantisce il massimo beneficio in termini di risparmi energetici: ai circa 500 milioni di kilowattora che già si risparmiano mediamente con il sistema di ora legale attualmente in atto(ossia per i mesi da aprile a ottobre) si aggiungerebbero, infatti, altri 300 milioni di kilowattora se si estendesse il regime di ora legale anche ai periodi invernali(ossia per i mesi da novembre a marzo), per un beneficio elettrico complessivo annuo di circa 800 milioni di kilowattora, corrispondenti a 400 mila tonnellate di CO2 in meno in atmosfera. Il risparmio economico annuo complessivo ammonterebbe invece a 160 milioni di euro.

Commenti