Campi Flegrei, due scenari possibili
Lo sciame sismico in corso ai Campi Flegrei ha risvegliato vecchie paure nella popolazione locale. Audizione alla Camera del presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Carlo Doglioni, dopo il sisma di magnitudo 4.2 di ieri (27 settembre). “E’ un’evoluzione che non conosciamo e che monitoriamo. Lo scenario meno critico è simile alla crisi bradisismica del 1982-1984. E’ durata due anni, poi si è fermata. Lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo del 1538, la più recente delle oltre 70 eruzioni avvenute nei Campi Flegrei”.
Doglioni ha detto chiaramente che i vulcanologi sono molto preoccupati perché le scosse sono in aumento ai Campi Flegrei, nella zona ovest di Napoli. Il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha aggiunto: “Il magma è ad una profondità di oltre 5-6 chilometri quindi distante dalla superficie anche se, nel caso dovesse trovare vie di fuga per una risalita, i tempi sarebbero estremamente rapidi, nell’ordine delle ore”. La crisi bradisismica del 1982-1984 è durata 2 anni poi si è fermata. Lo scenario più critico per i Campi Flegrei è un’eruzione come quella del Monte Nuovo del 1538. Questa eruzione fu di tipo esplosivo e produsse una colonna di fumo e ceneri che raggiunse un’altezza di circa 15 chilometri. I materiali eruttati ricoprirono un’area di circa 10 chilometri quadrati, provocando danni significativi alle infrastrutture e alle abitazioni.
Un’eruzione come quella del Monte Nuovo del 1538 avrebbe un impatto molto significativo sull’area flegrea, che è densamente popolata e ospita circa un milione di persone. I danni sarebbero principalmente di natura materiale, ma potrebbero anche causare vittime e feriti. I materiali eruttati potrebbero modificare il paesaggio e il clima locale, rendendo l’area meno ospitale per l’uomo. Un evento molto diverso da quello avvenuto 39.000 anni fa, quando l’eruzione liberò oltre 400 metri cubi di materiale. Non è possibile prevedere con certezza quando si verificherà la prossima eruzione dei Campi Flegrei. L’area è in stato di attività vulcanica da circa 400 mila anni. L’ultima eruzione, quella del Monte Nuovo, è avvenuta nel 1538. È importante essere informati sui rischi legati alle eruzioni vulcaniche e adottare misure preventive per ridurre i danni. Ecco alcuni dei possibili effetti di un’eruzione come quella del Monte Nuovo del 1538:
- Distruzioni di edifici e infrastrutture: I materiali eruttati, come cenere, lapilli e bombe vulcaniche, potrebbero danneggiare o distruggere edifici, strade, ponti e altre infrastrutture.
- Perdite di vite umane: Le ceneri e i gas vulcanici potrebbero causare problemi respiratori, che potrebbero portare a morti.
- Evacuazioni: In caso di un’eruzione, le autorità potrebbero evacuare la popolazione dalle aree a rischio.
- Danni economici: Un’eruzione vulcanica potrebbe causare danni economici significativi, sia alle infrastrutture che al turismo.
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