Emergenza coronavirus non unisce UE

Nemmeno l'emergenza coronavirus unisce l'Unione Europea. Non è stato trovato un accordo e se ne riparlerà tra due settimane. La Germania contraria ai coronabond e favorevole al MES. I soldi buttati dall’Italia per l’UE e il fondo salva stati.

Unione EuropeaSi è conclusa con il nulla di fatto la videoconferenza dei capi di Stato e di governo dell’UE dedicata all’emergenza coronavirus. Non è stato trovato un accordo fra i 27 Stati. Sembra incredibile, ma nemmeno questa crisi unisce l’Unione Europea. La discussione si è arenata dopo che Giuseppe Conte e Pedro Sanchez hanno respinto le proposte contenute nella bozza preparata dal presidente UE Charles Michel. Italia e Spagna ritengono insufficiente l’approccio UE per il ricorso a nuovi strumenti finanziari, tra cui i coronabond che Germania e Paesi nordici hanno bocciato. L’emergenza coronavirus dilaga in tutta Europa, ma i tipi in giacca e cravatta di Bruxelles si prendono due settimane di tempo per decidere.

Cosa sono gli coronabond? Sono un meccanismo solidale di distribuzione dei debiti tra gli Stati dell’eurozona, attraverso la creazione di obbligazioni del debito pubblico dei Paesi stessi. Come funziona? Uno Stato membro chiede soldi in prestito e il debito viene spartito tra tutti gli Stati membri. La crisi economica provocata dall’emergenza coronavirus può essere tamponata solo con un nuovo piano Marshall, sembra che questo non sia chiaro a vertici UE. L’Unione Europea continua a non essere unita. La Germania è uno dei Paesi che frena su questo progetto di “condivisione” e chiede l’attivazione del Fondo Salva Stati(ESM), chiamato anche Meccanismo Europeo di Stabilità(MES). Il MES è stato creato nell’ottobre 2012 in sostituzione del Fondo europeo di stabilità(FESF) e sull’emergenza dei salvataggi di Grecia, Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna. L’Unione Europea si è dotato di questo strumento in modo di avere risorse pronte e sufficienti per affrontare eventuali criticità finanziarie. Il MES(o ESM), fra immunità, esenzioni, condoni ed altri privilegi, si propone di concedere finanziamenti agli Stati UE in difficoltà in cambio della possibilità di potere imporre “rigorose condizionalità” da far gravare sulle spalle del popolo. Per dirla in breve, il Fondo Salva Stati è una sorta di camorra legalizzata.

I soldi buttati dall’Italia per l’UE

Il MES costerà all’Italia 125 miliardi di euro. Dal 2012 ad oggi il nostro Paese ha già buttato 14,3 miliardi a titolo di capitale. C’è da aggiungere, inoltre, che l’Italia ha sprecato altri 43,9 miliardi per finanziare il FESF. In totale sono 58,2 miliardi di euro che oggi servirebbero per rilanciare. Il problema è che accendendo al MES si pagherebbero gli interessi su quei soldi. Una follia. L’Italia ha buttato soldi anche per il progetto UE. Dovete sapere che l’Unione Europea non stampa soldi, ma si tiene in piedi grazie alle tasse pagate dai cittadini. L’Italia è un contributore netto, ovvero ha versato più soldi di quelli che ha ricevuto. Nel 2018 l’Italia ha dato all’UE 15,75 miliardi di contributi e ha avuto indietro soltanto 8,88 miliardi. Il nostro Paese ha quindi registrato un saldo netto negativo di circa 6,87 miliardi. Il rosso dell’anno scorso non è stato un fatto isolato, ma è avvenuto anche negli anni precedenti. L’Italia, tra il 2000 e il 2018, ha versato all’UE 275,1 miliardi di euro, ricevendone “solo” 179,3: il saldo negativo registrato è di 95,7 miliardi. Tutti soldi che sono svaniti a Bruxelles. Tra fondi vari e contributi UE non ritornati indietro, l’Italia ha buttato la bellezza di 153,9 miliardi di euro. Questa cifra sarebbe sufficiente per far ripartire il nostro Paese una volta finita l’emergenza coronavirus.

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