Il regalo di Matteo Renzi a Davide Serra

La maggioranza ha discusso con il governo i correttivi da applicare alla norma che recepisce la direttiva europea sui mutui. Chi favorisce questa norma?

Matteo RenziIl 2 marzo scorso c’è stata l’ennesima bagarre alla Camera. Le polemiche sono scoppiate dopo che i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno esposto alcuni cartelli contro il decreto mutui. Di cosa si tratta? E’ un provvedimento del governo Renzi che recependo la direttiva UE prevede il pignoramento della casa dopo 7 rate di mutuo non pagate.

Il presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, ha precisato: “Non c’è il rischio di avere la casa pignorata. La direttiva non è stata richiesta dall’ABI, il documento del governo non riguarda il passato ma solo possibilità future”. E’ così? No. Il testo in discussione al Parlamento prevede la possibilità di inserire nei contratti di mutuo una clausola in base alla quale l’istituto sarebbe entrato in possesso dell’abitazione per mettere fine a ogni pretesa di rimborso verso i consumatori, senza passare dal Tribunale per le normali procedure giudiziali. Una eventualità, per altro, La protesta dei grilliniche avrebbe potuto estendersi ai mutui già stipulati. Non a caso la protesta delle opposizioni e dei consumatori è stata veemente.

Il giorno dopo la ressa a Montecitorio, il Partito Democratico ha presentato una bozza in Commissione Finanze che modifica il decreto legislativo: la clausola d’inadempimento diventa facoltativa(non sarà retroattiva) e la procedura per l’acquisizione della casa da parte della banca scatta dopo 18 rate di morosità(anche non consecutive) e non più sette. Inoltre, la casa può essere messa in vendita solo con uno specifico atto di disposizione del consumatore. Le modifiche migliorano il decreto, ma la clausola facoltativa diventerà obbligatoria per la maggior parte dei mutuatari, soprattutto quelli meno informati. Le banche hanno ancora il coltello dalla parte del manico.

Chi favorisce questa norma sui mutui? Il primo nome che mi viene in mente è Davide Serra, l’astro nascente della finanza internazionale e fondatore del fondo Algebris. L’amico(e finanziatore) del premier Matteo Renzi si occupa dei crediti incagliati delle banche. Cosa sono? Si chiamano “non performing loans” e sono tutti quei prestiti che per un motivo o per un altro non sono andati a buon fine. Mutui di persone che hanno perso il lavoro, prestiti concessi ad aziende in crisi. Serra li acquista dalla banche e poi riscuote dai debitori. Il finanziere renziano ha investito 400 milioni di euro sui crediti in sofferenza e spera di guadagnare 80 milioni Davide Serraall’anno sulla pelle dei poveracci.

“Chi non riesce a pagare il mutuo per qualsiasi motivo, perché gli è andata male, ha sempre tre anni per organizzarsi. Gli italiani sono furbi, in tre anni ti organizzi. Alla peggio vai da un amico”. Questo è quello che dichiarò Serra alla Leopolda 2014. Capito? I non performing loans aumenteranno di valore grazie al decreto mutui del governo Renzi e sarà più semplice accapparrarsi le case di chi non paga le rate. Chi rischia? I dati più aggiornati della Centrale rischi Crif dicono che ogni 1000 mutuatari che nel 2014 erano in regola con i pagamenti 17 sono finiti in default nel 2015; perché non avevano pagato almeno sei rate. In futuro la cifra è destinata a crescere per colpa del finto contratto indeterminato introdotto con il Jobs Act.

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