La minaccia di De Magistris ai napoletani: Mi ricandido
L’11 agosto 2015 il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha proclamato il capoluogo campano “città derenzizzata”. Su Facebook, l’ex magistrato ha scritto: “Assistiamo con il Governo Renzi ad una consolidata e preoccupante involuzione antidemocratica, un’accelerazione fortemente autoritaria dell’assetto istituzionale, tutta di stampo liberista. Premier non eletto, nominato dalla casta”.
Il motivo della querelle è Bagnoli: De Magistris vuole che sia il Comune a gestire i lavori, mentre Renzi propone un commissario. Ma andiamo con ordine. Renzi firma protocollo per bonifiche e riqualificazione con Comune e Regione il 14 agosto 2014. In realtà, è la solita fuffata del premier gelataio. Pochi giorni dopo, violando l’accordo, Renzi non dà le risorse per cui si era impegnato, approva lo sblocca Italia e commissaria Bagnoli. Mette in atto, con violenza di Stato, l’esproprio di un quarto della città. La battaglia è giusta, il problema è che De Magistris non è più credibile. In quattro anni ha distrutto il trasporto pubblico locale e non ha risolto il problema rifiuti. La promessa elettorale del 70% di raccolta differenza è rimasta un sogno. Siamo solo al 28%(dato aggiornato ad aprile 2015), distante 42 punti percentuali dal 70% promesso. Un fallimento. Non bastasse ciò, la manutenzione delle strade e dei parchi pubblici è diventata un evento. C’è bisogno di Bukaman e dello spam fatto dal sottoscritto per ottenere qualche risultato. Senza contare che buche e degrado ci sono anche in alcuni cimiteri della città.
Una persona normale avrebbe tolto il disturbo al termine del mandato. Invece, De Magistris fa una sorte di minaccia ai napoletani: “Mi ricandido contro tutti i partiti, Napoli modello politico nazionale”. Questo è quello che ha dichiarato il sindaco di strada al quotidiano “Il Mattino”. De Magistris ha aggiunto: “In questi anni la città è enormemente cresciuta sotto il profilo politico in senso ampio. Ci sono movimenti, c’è partecipazione dal basso, si fa impresa sociale: ci sono imprenditori, tanti, che non agiscono soltanto per il profitto ma per lasciare qualcosa di buono agli altri. A tutti i livelli si è capito che cosa è il bene comune, e che a tutti tocca fare qualcosa per raggiungerlo. Ecco, questa è la città che mi sostiene e che so di rappresentare: una città viva, culturalmente ricca, dove le differenze sono un valore”. Ormai il sindaco di Napoli sogna ad occhi aperti. Non può essere credibile uno che propone i graffiti sui muri per sconfiggere il degrado. Non lo rivoterò perché è stato un fallimento.
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