Il caso del Parco dello Sport di Bagnoli

Il Parco dello Sport di Bagnoli fa parte della riqualificazione dell'area ex Italsider. Non ha mai aperto. Ora giace tra erbacce e ruggine.

Parco dello Sport di BagnoliIn Italia si continua a parlare di investimenti pubblici per rilanciare il Paese. Il problema è che in alcuni casi i soldi pubblici per le infrastrutture finiscono nei conti correnti degli “amici degli amici” e le opere non vengono portate a termine o vengono lasciate nel degrado. Uno caso è il Parco dello Sport di Bagnoli, situato nella zona Ovest di Napoli. Un progetto faraonico andato in rovina senza essere mai aperto. Nel 1992 chiude ufficialmente il complesso industriale dell’Italsider. L’area di Bagnoli diventa oggetto di una serie di ambiziosi piani urbanistici per la sua riconversione.

Renzo Piano realizza un progetto che prevede la completa trasformazione delle aree di Bagnoli e Coroglio con il risanamento del litorale e un porto turistico, ma viene fermato nel 1993 dall’allora assessore all’urbanistica di Napoli, Vezio De Lucia. Passano gli anni e fioccano progetti che non verranno mai realizzati. Nel 2002 nasce la società Bagnolifutura e tre anni dopo avvia le sue attività operative. Un’ampia parte dell’area ex Italsider, per un totale di 35 ettari, viene adibita a ospitare un polo sportivo. L’area individuata è quella ai piedi del costone di Posillipo, lungo via Cattolica, in uno spazio dalla complessa orografia per i dislivelli e salti di quota. Per realizzare il Parco dello Sport, dunque, il terreno viene rimodellato così da realizzare un sistema “a crateri” che riprende la morfologia tipica dei Campi Flegrei. 23 ettari di campi di calcetto, basket, tennis, pallavolo. E poi spazi per gli sport minori con una ciclabile da 20 chilometri, bocciodromo, area giochi per bambini, spazi per il roller blade, lo skate-park e la pista per il pattinaggio sul ghiaccio. Tutto molto bello, peccato che non abbia mai aperto. Il Parco dello Sport è costato 37 milioni di euro. L’opera nel 2010 era stata praticamente completata. Mancavano solo le strade d’accesso e il collaudo definitivo.

Nel 2010 Stefano Caldoro, all’epoca governatore della Regione Campania, per rispettare il patto di stabilità sospese i fondi destinati a Bagnolifutura, vanificando anche gli stanziamenti dell’Unione Europea. Con l’arrivo di Luigi De Magistris al Comune di Napoli sembra arrivare una speranza per il Parco dello Sport di Bagnoli. Nel 2012 ci fu anche un’inaugurazione in pompa magna con l’impianto affidato ad un’associazione cittadina a 70 mila euro all’anno. Un anno dopo arriva la Procura di Napoli, che mette sotto sequestro il Parco dello Sport. Il motivo? Le attività di bonifica dell’area non sarebbero state svolte correttamente. Gli elementi inquinanti di risulta, invece di essere trasferiti in adeguate discariche, risultano sparsi sull’intero territorio dell’ex Italsider. Il centro sportivo, in particolare, necessita di nuova bonifica. La società Bagnolifutura fallisce nel 2014 e si conclude il progetto di recupero e trasformazione dell’area urbana di Bagnoli. Il Parco dello Sport ora giace tra erbacce e ruggine, esposto a continui furti. L’ennesimo spreco di denaro pubblico. Il caso della riqualificazione di Bagnoli dimostra che in Italia c’è un sistema marcio, dove si pensa solo al profitto. In Germania, a Ruhr, dopo la chiusura della miniera, la Regione del Land e lo Stato hanno investito più di 300 milioni di euro per la riqualificazione ambientale e la bonifica del territorio. La miniera è stata trasformato in un Museo. In Italia stiamo ancora a parlare cosa fare a Bagnoli. Di seguito il video sul Parco dello Sport di Bagnoli pubblicato da Fanpage.it nel 2018.

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