Banca Popolare del Meridione: Cacciapuoti esce allo scoperto

Raffaele Cacciapuoti Ogni estate esce fuori un nuovo personaggio mediatico. Nel 2010 questo “ruolo” spetta senza ombra di dubbio a Raffaele Cacciapuoti. Costui è stato capace di “sparire” portandosi dietro un mistero. Dove sono finiti gli 8 milioni di euro della Banca Popolare del Meridione?

A distanza di un mese, il “funambolico” personaggio esce nuovamente allo scoperto. Il giornale “Il Mattino” scrive che è in Colombia e che si prepara a calare gli assi nella delicata partita con la Procura della Repubblica di Napoli. Tra pochi giorni, il fondatore della “Banca fantasma” dovrebbe ritornare nella città partenopea. Domani(6 settembre), i legali di Cacciapuoti si presenteranno in Procura per iniziare la “difesa” del loro cliente.

Al giornale “Il Mattino” Cacciapuoti ha raccontanto “No, non ho tradito nessuno, sono pronto a dimostrare la mia innocenza, sono semmai una vittima. Non mi sono mai appropriato di alcuna somma di denaro altrui. Tutte le fantasiose notizie circolate sul mio conto per alimentare la curiosità e l’interesse della gente e creare il capro espiatorio su cui far ricadere tutte le colpe della operazione finanziaria sono assolutamente destituite di ogni fondamento. Voglio evidenziare ancora una volta di non aver truffato nessuno, tanto meno i risparmiatori che, come me, hanno creduto nella pregevole per quanto difficile iniziativa”.

Intanto iniziano a venire fuori delle cifre. Sono stati 500 mila euro in consulenze per “rafforzare” la nascita della Banca. Altri soldi sono serviti per le spese di marketing e rappresentanza. Poi c’è la questione Ferrari. Secondo alcuni testimoni Cacciapuoti girava con una Ferrari prima di far perdere le sue tracce.

Questo “thrilling estivo” sta diventando sempre di più un film comico. Bisogna vedere se questa commedia fa sorridere gli 842 soci della “Banca fantasma”. Nel film “Totòtruffa 62” il grande Totò diceva “Lo so, dovrei lavorare invece di cercare fessi da imbrogliare, ma non posso, perché nella vita ci sono più fessi che datori di lavoro”.

Credits: Il Mattino.

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